Un “laboratorio sociale” capace di dare risposte concrete ad esigenze reali: immigrazione, minori, diversamente abili. Non un luogo “privato”. “Una casa giusta” che sia punto di riferimento per tutti: chi il bando lo ha vinto e, legittimamente, attuerà il suo progetto; e chi – associazioni, famiglie, operatori – quel percorso vorrà condividerlo per essere al fianco di chi ne ha bisogno. Il limite è quello chiarito dal Sindaco: “Solo attività senza fini di lucro”. Diversamente non potrebbe essere, vista la natura del luogo, passato dalle mani della criminalità organizzata a quelle dello Stato e oggi nella disponibilità del Comune. Il riutilizzo della villa di Acquatraversa confiscata alla camorra è stato oggetto questa mattina di un’affollata conferenza stampa nella sala Sicurezza del Comune. Con il primo cittadino Sandro Bartolomeo c’erano il Consigliere comunale Giuseppe Bortone, Presidente della Commissione consiliare Beni confiscati, e i responsabili delle tre sigle componenti l’Associazione Temporanea d’Impresa che si è aggiudicata il bando indetto dall’Amministrazione per l’affidamento in concessione del bene: Federica Marciano per la cooperativa sociale onlus “Alternata silos”; Antonella De Luca, presidente della cooperativa sociale onlus “Nuovo Orizzonte” e Salvatore Gentile, presidente dell’associazione di promozione sociale onlus “L’Aquilone”.
La villa. Oggetto di affidamento è l’immobile di Acquatraversa appartenuto a un ex Sindaco di Santa Maria Capua Vetere. La villa fu confiscata e assegnata al Comune di Formia nel 2000. Il fabbricato sorge su un terreno di 2.333 metri quadri, composto di due piani fuori terra ed uno interrato per una superficie lorda di 870 metri quadri.
Il bando. Sono stati ammessi alla procedura i soli soggetti previsti dalla normativa nazionale in materia di beni confiscati alla camorra (comunità, enti, associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, comunità terapeutiche e centri di recupero, associazioni ambientaliste). Grande novità: la possibilità di assegnare il bene anche a più concessionari per parti distinte o anche in forma congiunta.
Durata della concessione. E’ stata fissata in sei anni, senza possibilità di proroga tacita. L’eventuale rinnovo della convenzione, valido per ulteriori sei anni, avverrà su richiesta e previa valutazione dell’Amministrazione. La durata della convenzione e dei relativi rinnovi non potrà comunque superare il tempo complessivo di 20 anni. La cronologia, così come definita, consentirà al Comune di verificare in corso d’opera l’andamento dei progetti e la loro rispondenza agli interessi generali.
Il progetto. Denominato “La casa giusta”, il progetto si sviluppa su tre assi principali: accoglienza donne rifugiate e minori in condizioni di difficoltà; sviluppo di attività mirate all’accoglienza e inclusione delle persone diversamente abili.
Accoglienza donne rifugiate: se ne occuperà l’associazione “Alternata silos” che da anni opera in questo delicato settore. Il programma garantirà l’accoglienza di 15 donne con bambini richiedenti asilo politico e protezione internazionale. Realizzato al primo piano della villa, il servizio propone un modello di prima accoglienza virtuosa basato sullo scambio di buone prassi con enti nazionali specializzati nell’accoglienza e con un network locale di struttura che consentano la reale integrazione/interazione delle persone accolte. Il servizio di accoglienza potrà essere effettivo dall’invio dei beneficiari da parte della Prefettura di Latina.
Accoglienza temporanea minori in condizioni di emergenza: succede spesso che minori non accompagnati vengano fatti scendere dal treno alla stazione di Formia per essere affidati in cura ai Servizi Sociali del Comune. La disponibilità della villa di Acquatraversa risolverà i problemi logistici garantendo un luogo dove accogliere i minori in attesa che si trovi per loro una destinazione adeguata.
Attività di formazione rivolta a persone con disagio psico-fisico: se ne occuperanno “Nuovo orizzonte” e “Aquilone”. La “Casa giusta” si propone come luogo di interazione tra diverse realtà associative che operano per l’accoglienza e inclusione delle persone diversamente abili. Al piano a livello dell’edificio verrà realizzato uno spazio di coworking rivolto alle associazioni locali che non hanno una sede. Gli ambienti saranno attrezzati con postazioni, collegamento internet e sala riunioni. La turnazione delle postazioni, la prenotazione delle sale, la manutenzione e la logistica ordinaria sarà curata e organizzata dagli utenti delle organizzazioni che, adeguatamente supportati e formati, svolgeranno mansioni di gestione delle sale. Gli stessi spazi saranno utilizzati dalle associazioni di appoggio al progetto per realizzare attività rivolte a giovani e adulti disabili. Saranno realizzati corsi propedeutici in vari campi: dall’inglese all’informatica, dal teatro alla musica, dall’editoria alla manipolazione, fino alla creazione e mantenimento di un orto sociale da realizzare negli spazi verdi che circondano la villa. Sarà proposto un servizio di cucina che vedrà impegnato personale diversamente abile in collaborazione con l’IPSSAR “A. Celletti” di Formia, legato alla cooperativa sociale “Nuovo Orizzonte” da apposito protocollo d’intesa.
“Con il bando pubblico – ha spiegato il Presidente della Commissione Beni Confiscati Giuseppe Bortone – l’Amministrazione ha chiesto alla società civile di presentare progettualità rispondenti alle effettive esigenze del territorio. Sono arrivati diversi progetti, tutti di qualità. La scelta è avvenuta in base a contenuti, affidabilità dei soggetti proponenti e realizzabilità dei progetti presentati. Con l’operato degli uffici queste linee guida si sono tramutate in punteggi misurabili. Quelli selezionati sono progetti improntati alla massima condivisione e solidarietà, aperti alla città e al contributo di chi vorrà partecipare. E’ un segnale forte che Formia dà della sua natura di città solidale”.
“L’augurio – ha commentato il Sindaco Sandro Bartolomeo – è che la struttura diventi un elemento di ricchezza per la nostra città. Tutte le associazioni impegnate svolgeranno le loro attività senza tornaconto economico. Potranno contare su una struttura che versa in condizioni ottimali. Mi piace molto l’integrazione tra esperienze diverse. All’ottimo lavoro che l’Aquilone e la stessa cooperativa Herasmus svolgono sul territorio nel campo dell’inclusione delle persone diversamente abili, si associa l’attività di accoglienza delle donne richiedenti asilo e dei minori in condizioni di abbandono. Credo si tratti di un’esperienza unica sul territorio nazionale. Il bando prevede un affidamento di sei anni. La continuità non è automatica ma legata all’efficienza e la professionalità con cui l’esperienza sarà condotta e questo è per tutti un ulteriore elemento di garanzia”.
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