De Santis: “Strumentalizzazioni tristi, il centro di accoglienza apre il prossimo 2 di gennaio”
Angelo e Lazzaro (questo il nome con cui erano conosciuti a Formia) giunsero in Italia nei primi anni del 2000 provenienti dall’Algeria. Scappavano da qualcosa, non dalla fame. La loro era una famiglia colta: il padre medico, il cognato di Angelo dirigente di una ditta petrolifera. Nel nostro Paese scelsero di vivere per strada. Lavoretti saltuari, la solidarietà delle persone. Grazie al contributo economico di alcuni amici, per un po’ Angelo accettò di vivere in una casa di Castellonorato. Gli fu offerto anche un lavoro più stabile che lui rifiutò. “La mia vita è la strada”, disse. E’ un uomo devoto che conosce a memoria il Corano e ogni anno segue i precedetti del Ramadan. Suo fratello Lazzaro, invece, ha imboccato una strada più estrema, fatta di alcol, solitudine ed eccessi. Un viaggio che nei giorni scorsi si è concluso tragicamente nell’area del porto di Formia dove spesso si accampava per trascorrere la notte.
Entrambi erano conosciuti e seguiti dai Servizi Sociali del Comune. Talvolta accettavano gli aiuti, più spesso si rifiutavano in nome del loro senso di libertà. Sapevano di avere punti di riferimento a disposizione: il centro di accoglienza che ogni inverno il Comune installa nell’area del porto e che quest’anno aprirà a partire dal 2 di gennaio (fino alla fine di marzo); la Croce Rossa, il Centro Caritas, la rete di cittadini privati che offrivano loro cibo e medicine. Se decidevano di tirare dritto per la loro strada è perché così volevano e nessuno aveva, né ha, il potere o il diritto di obbligarli ad essere aiutati.
Dopo la morte di Lazzaro, l’Amministrazione comunale si è fatta carico di garantire il ritorno della salma in Algeria per consentire alla famiglia (che in questi giorni è stata contattata) di effettuare gli onori funebri e la sepoltura secondo le usanze del loro Paese d’origine.
“Questa è la loro storia – commenta il coordinatore dell’ufficio di staff del Sindaco Luigi De Santis che da anni conosce i due fratelli, avendoli seguiti e aiutati in tante occasioni -. Lascio ad altri il giudizio su chi in questi giorni ha cercato di strumentalizzare la vicenda per fini politici. Dietro ognuna di queste vite c’è una storia che abbiamo il dovere di conoscere e rispettare. Quanto al centro di accoglienza per i clochard, lo apriremo anche quest’anno, a partire dal 2 gennaio. Abbiamo preferito rinviare l’apertura all’inizio del prossimo anno perché si possa coprire il periodo più freddo che a Formia tradizionalmente parte dal mese di gennaio fino alla fine di marzo. Continueremo a fare il nostro dovere di persone, prima ancora che di amministratori, ricordando a tutti però che il centro di accoglienza siamo stati noi a volerlo. Pur tra mille difficoltà, a difesa dei più deboli”.
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