Il 9 di giugno è stata depositata da parte del Sen. Vacciano un’interrogazione con cui si cercherà di fare luce sulla vicenda della garitta borbonica che si affaccia nel porticciolo di Caposele a Formia, la quale presenta evidenti ed inequivocabili segnali precursori di un imminente crollo.
Questa costruzione a chiosco che riparava la sentinella di guardia è un piccolo fabbricato realizzato a ridosso delle mura dell’antica villa di Cicerone (oggi Villa Rubino, complesso privato) e, nonostante dal punto di vista architettonico faccia parte dello stabile attribuito a Cicerone e ai Borboni, nella suddivisione delle particelle catastali è confluita nella proprietà (concessione) comunale.Dunque, con questo atto di sindacato ispettivo Vacciano chiede al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Franceschini, di capire se il Comune di Formia abbia richiesto la “valutazione di interesse culturale”, procedimento tramite il quale qualsiasi bene storico può essere riconosciuto come patrimonio nazionale con la finalità di tutela secondo quanto stabilito dal Codice dei bei culturali (D. Lgs. 42/2004). Oltre alle minacce di cedimento della struttura, a sostegno della quale in passato sono stati inseriti rudimentali pali di legno, è stato segnalato al Ministro Franceschini che con un bando comunale per l’assegnazione del servizio di ormeggio all’interno del porto di Caposele, l’impresa che vincerà la gara dovrà restaurare della garitta borbonica senza alcun obbligo di collaborazione con la Soprintendenza: questa, d’altro canto, è l’organo periferico del MIBACT che, nella fase esecutiva degli interventi, possiede la competenza di controllo, di verifica e di supporto tecnico scientifico per la definizione delle soluzioni tecniche ed operative più idonee ed appropriate ai fini della conservazione di qualunque bene al quale sia stata riconosciuta la rilevanza culturale.
Interpellato il Sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, per stabilire se per questa garitta fosse stato avviato il procedimento di verifica dell’interesse, non è stato possibile appurare quale sia lo status di questo bene culturale poiché non è stata fornita alcuna risposta sull’argomento da parte del primo cittadino. Il Comune, in questo modo, rinuncia alle tutele normative verso sé stesso e nei confronti della guardiola, e, inoltre, si priva dei benefici fiscali previsti in caso di notifica di interesse culturale relativa ad un bene del patrimonio pubblico che, nonostante il rilievo nazionale, rimane di proprietà della comunità locale.
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