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Formia/Meningiti, il Dipartimento Prevenzione dell’Asl in Commissione Sanità: “Allarme ingiustificato, vaccini fondamentali”

“Un’epidemia ‘mediatica’. Non fondata sui numeri, né su alcun tipo di evidenza scientifica”. La smentita categorica all’allarme lanciato nelle scorse settimane dai media è venuta dai Dirigenti del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL di Latina intervenuti stamani in qualità di Relatori alla seduta straordinaria della Commissione Consiliare “Sanità” riunita dalla Presidente Maria Antonietta De Meo per discutere di Meningiti e indicazioni vaccinali. All’incontro dell’organismo di derivazione consiliare hanno preso parte anche il Sindaco Sandro Bartolomeo e gli Specialisti del settore a livello provinciale e locale: la dott.ssa Patricia Porcelli, Responsabile U.O.S Servizio Igiene Pubblica Asl Dipartimento di Prevenzione; la dott.ssa Anna Maria Aversa, Responsabile Distretto 5 per le Vaccinazioni delle Età evolutive; il dott. Amilcare Ruta, Direttore Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASL LT Dipartimento Prevenzione e il dott. Antonio Graziano, Direttore del Distretto 5 dell’ASL pontina. In sala anche Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera scelta del territorio del Distretto 5, Insegnanti e Rappresentanti delle Scuole e delle Associazioni.

L’allarme. “Meningite” è una definizione generica che indica una condizione di infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello, ma che può essere infatti causata da Patogeni diversi, sia batterici che virali: e non tutti richiedono interventi di profilassi contro il rischio di epidemie. L’effetto mediatico delle notizie comparse su quotidiani e siti web a inizio 2017 ha generato timori nella Popolazione ed un aumento esponenziale della domanda di vaccini che ha messo in difficoltà i Servizi vaccinali dell’Azienda sanitaria. Ma si tratta di vera emergenza?

I dati nazionali. “Le meningiti – ha spiegato la dottoressa Patricia Porcelli – sono sorvegliate a livello Nazionale sin dagli anni ’90. La profilassi è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità. L’incidenza della malattia invasiva da meningococco è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita. L’incidenza si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni e diminuisce dai 25 anni in su. L’aumento dell’incidenza nell’adulto riflette l’aumento dei casi di Meningococco C della Toscana verificatosi nel 2015. Esaminando il numero assoluto dei casi per sierogruppo, il meningococco B ha rappresentato il sierogruppo più frequente fino al 2014. Nel 2015 in Italia sono stati segnalati 1256 casi di malattia invasiva da pneumococco. Osservando l’incidenza per gruppo di età, questa è maggiore negli anziani dopo i 64 anni di età e nei bambini nel primo anno di vita”.

In provincia di Latina. Le statistiche epidemiologiche della provincia di Latina sono perfettamente in linea con l’andamento degli anni passati. Nel 2015 sono stati censiti 10 casi di meningite/sepsi batteriche; 11 nel 2016, di cui 7 causati da “S.. pneumoniae”, 2 da “Meningococco B” (entrambi pazienti trasferiti in Ospedali pontini ma provenienti da altri territori), 1 da “Haemophilus influenzae” e 1 da TBC. In tutto il Lazio nel 2015 si sono avuti 25 casi di infezione invasiva meningococcica, 19 nel 2016 con incidenza pari a 3,2 casi per milione di abitanti.

I media e la psicosi. Nel basso Lazio l’allarme è scattato il 13 dicembre scorso quando si diffuse la notizia della morte per meningite di un 64enne di Gaeta. “Il paziente, recatosi presso il Pronto Soccorso di Formia, venne trasferito con diagnosi di “Meningite” presso l’Ospedale “Spallanzani” di Roma. Per prima cosa – dichiara la dottoressa Porcelli – ci domandammo se la malattia fosse originata da Meningococco (che richiede un intervento immediato di profilassi) o da Pneumococco. Sottoponemmo comunque a profilassi tutti i parenti. Il mercoledì uscì l’articolo di giornale che annunciava la morte del paziente. Immediatamente ci attivammo, per scoprire ore dopo che il paziente non era affatto morto e che anzi stava meglio. Gli esami hanno poi dimostrato che il signore di Gaeta aveva avuto una meningite da Haemophilus influenzae e non da Meningococco. La morte della maestra romana, di cui hanno parlato lungamente i giornali, è stata invece causata da uno Stafilococco. Questo dimostra quanto l’informazione incida sulla percezione delle cose”.

I vaccini. La discussione si è quindi concentrata sulle indicazioni vaccinali. Il piano regionale della prevenzione vaccinale 2012-2014 prevede la gratuità del vaccino antipneumococcico per i bambini da 0 a 5 anni e per le persone a rischio; la gratuità del vaccino antimeningococco C per la fascia 1-18 anni e per le persone a rischio; la gratuità per bambini da 0 a 5 anni e per le persone a rischio del vaccino anti Haemophilus influenzae tipo B (Hib). Dal 2015 è gratuita l’offerta del vaccino antipneumococcico per tutti i soggetti di età superiore ai 65 anni o per quelli sotto i 2 anni ed over 65 affetti da patologie croniche. La vaccinazione anti Haemophilus influenzae tipo B viene offerta attivamente a tutti i nuovi nati che non abbiano patologie o condizioni predisponenti alla contrazione di forme invasive da Hib (asplenia, trapianto di midollo, soggetti in attesa di trapianto di organo solido, immunodecifienze congenite o acquisite). Tutti i vaccini disponibili non inseriti nel Piano regionale 2012-2014 vengono resi disponibili a “prezzo agevolato” (prezzo di gara più IVA e costo della prestazione) a tutta la popolazione regionale.

Indicazioni vaccinali e soggetti a rischio. La vaccinazione antimeningococco C (MenC) è raccomandata per i soggetti affetti da: talassemia e anemia falciforme; asplenia funzionale o anatomica; condizioni associate a immunodepressione (come trapianto d’organo o terapia antineoplastica, compresa la terapia sistemica corticosteroidea ad alte dosi); diabete mellito tipo 1; insufficienza renale con creatinina clearance <30 ml/min; infezione da HIV; immunodeficienze congenite; malattie epatiche croniche gravi; perdita di liquido cerebrospinale; difetti congeniti del complemento (C5 – C9); difetti dei toll like receptors di tipo 4; difetti della properdina. La vaccinazione antipneumococcica è invece raccomandata per i soggetti di qualsiasi età affetti dalle seguenti patologie o condizioni predisponesti: cardiopatie croniche; malattie polmonari croniche; cirrosi epatica, epatopatie croniche evolutive; alcoolismo; diabete mellito, in particolare se in difficile compenso; fistole liquorali; anemia falciforme e talassemia; immunodeficienze congenite o acquisite; asplenia anatomica o funzionale; leucemie, linfomi, mieloma multiplo; neoplasie diffuse; trapianto d’organo o di midollo; immunosoppressione iatrogena clinicamente significativa; insufficienza renale cronica, sindrome nefrosica; HIV positivi; portatori di impianto cocleare.
“Abbiamo organizzato questo incontro – commenta Maria Antonietta De Meo, Dirigente Medico Responsabile del Coordinamento Rapporti con i Dipartimenti Territoriali dell’Asl di Latina oltre che Presidente della Commissione consiliare Sanità del Comune di Formia – con l’intento di offrire un quadro più chiaro su un fenomeno che, complice un’informazione poco attenta, ha finito per scatenare forme di allarmismo comprensibili ma non suffragate dai fatti. L’assalto ai vaccini ha prodotto come unico effetto l’allungarsi delle liste di attesa. La conoscenza delle categorie a rischio e il rispetto dei calendari vaccinali sono gli strumenti più efficaci per la prevenzione di queste malattie”.

“Per quanto ingiustificato – ha dichiarato il Sindaco Sandro Bartolomeo in apertura di seduta – l’allarme ha avuto l’effetto benefico di riportare l’attenzione sull’importanza dei vaccini dopo irresponsabili campagne ostili fondate su argomentazioni prive di rilievo scientifico che hanno contribuito a far arretrare la percentuale di persone coperte da vaccinazione. La dottoressa De Meo pone una questione molto seria. Nei servizi del Comune, come ad esempio l’asilo nido, si può accedere senza aver seguito un calendario vaccinale? Credo che la richiesta ai genitori di garantire la vaccinazione dei loro figli sia una richiesta giusta. Un bambino non vaccinato rappresenta un rischio per gli altri. Ma non può essere una campagna poliziesca – ha concluso -, dobbiamo innanzitutto puntare sulla conoscenza e sulla sensibilizzazione”.

redazione

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