“Appare originale e pericoloso che un omicidio premeditato venga punito con 20 anni di reclusione e non con 30, – Afferma il criminologo Carmelo Lavorino – visto che il rito è stato del tipo abbreviato (quindi sconto di 1/3 della pena e in caso di condanna all’ergastolo 30 anni di reclusione).
Senza ombra di dubbio trattasi di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, difatti, l’assassino è uscito di casa armato di pistola, ha percorso una trentina di km in macchina con il forte convincimento di sparare alla vittima al centro della fronte, ha cullato e ruminato il crimine in anni di odio freddo, di vissuti rancore e vendetta, ha studiato il piano omicida e lo ha messo in pratica con calma e precisione.
Perché i giudici non lo hanno condannato a 30 anni di reclusione?
Vale così poco una vita umana?
È un omicidio ideato, organizzato, previsto, stabilito e attuato in modo meticoloso e freddo…o no?
Quali saranno mai le attenuanti?
Quale messaggio è stato lanciato ai soggetti vendicativi, aggressivi, violenti ed astuti?”