Mario, preferisco chiamarlo così, senza il titolo di avvocato di cui è un degnissimo rappresentante. Nonostante fosse in alcuni momenti una persona difficile, fino ai limiti delle provocazioni che tutti conosciamo, era una persona di un’intelligenza molto raffinata, molto profonda. Aveva una capacità di analisi dei problemi che è difficile ritrovare in genere nelle persone. Una persona con la schiena dritta, sempre pronto ad affermare le sue opininioni, anche quando impopolari e difficili da sostenere. Aveva un grande bisogno di sentire le persone vicine, il desiderio di avere tantissimi amici veri. La sua storia personale, i problemi che lo avevano riguardato facevano in lui più pressante l’esigenza di sentire le persone vicine. Mi dispiace sia stato talvolta considerato per quello che non era. Mi dispiace che insieme a tante critiche giuste, alcune volte abbia dovuto subire anche critiche ingiuste di chi non ha fatto nessuno sforzo per comprendere chi era Mario. Chi ha potuto conoscerlo sa che quello che sto dicendo, nella conoscenza di Mario, è profondamente vero. Ma oggi siamo qui riuniti per un aspetto assai più grave. La parte di dolore per la perdita di un amico – conoscete i miei rapporti personali con Mario – dobbiamo avere la forza di metterlo da parte perché quello che oggi deve concentrare la nostra attenzione è la gravità dell’atto con cui è stata spezzata la sua vita, è stata ferita gravemenente l’intera comunità, con un salto di qualità per quello che è accaduto che ci allarma, ci sconcerta e ci angoscia. Chi vi parla, insieme ai tanti che siedono in questo Consiglio comunale e sono stati membri di questo consiglio in altre stagioni, non si è mai stancato di denunciare come anche in questa nostra realtà le infiltrazioni della criminalità organizzata stessero raggiungendo livelli di allarme. Non sappiamo il motivo per cui Mario è stato ucciso. Ce lo dovranno dire gli investigatori, magistrati e forze dell’ordine, e mi auguro anche che ce lo dicano presto. Però le modalità in cui è avvenuta questa tragedia sono tali che non si può non pensare ad una vera e propria esecuzione. Mario è stato ucciso avendo potuto dire solo: “Chi sei, non ti conosco”. E poi è stato freddato con un colpo al centro della fronte, con solo l’uscita di un rivolo di sangue, da una persona che aveva grande esperienza nell’uso delle armi e ha una grande freddezza nel compiere un gesto così orrendo. Mi sento di dire che difficilmente una persona del genere può appartenere alla nostra comunità e al nostro comprensorio. Un gesto di tale livello criminale probabilmente ha bisogno di apporti esterni a quest’area. E allora non è difficile pensare che la strada da seguire, tra le altre, sia anche quella della criminalità organizzata. Mario negli ultimi anni ha fatto tantissime battaglie. Alcune hanno riguardato fatti più locali, più interni alla nostra comunità e non credo che nessuno di questi sia alla base di quanto accaduto. Ma ha fatto battaglie molto difficili anche su confische di beni ad alcune famiglie di camorra, la confisca a noti esponenti della criminalità organizzata, ci ha affiancato nella nostra lotta all’espansione delle slot machine, ha denunciato possibili collegamenti tra queste manifestazioni criminali e il mondo economico localae. Queste sono realtà indubitabili. Chiunque ha avuto frequentaizone con le cose scritte da Mario, sa bene di cosa parlo. Se questa è una delle possibili spiegazioni, voglio dire a chi ha fatto questo a Mario: adesso avete ucciso Mario. Cosa immaginate? Ci volete ammazzare tutti? Da oggi quello che ha fatto Mario lo faremo ancora con più forza tutti. Non c’è timore che tenga. Questo è il messaggio che dà quest’aula che rappresenta questa città. Sono dei vigliacchi perché hanno ammazzato il più debole di tutti. E questa persona, per dirla in un’espressione che si usa in questi casi, se avesse un po’ più di palle – scusate – non se la sarebbero presa con un uomo di 71 anni, malato, che aveva subito due interventi chirurgici per cancro e per cui la vita era diventata una scommessa di tutti i giorni. Mario era stato colpito anche da altre problematiche, sue, il blog era anche questo per lui. Un modo di vivere in una condizione di estrema difficoltà. E’ stato facile colpirlo. In casa di Mario si poteva entrare con un calcetto alla porta. I cittadini chiedano di essere maggiormente tutelati. La vicinanza a questi territori ci espone a questi rischi. E’ un problema fisico. Quando si ammala un bronco è facile che si ammali anche il polmone. E’ ovvio che una realtà come la nostra – ringrazio i sindaci di Minturno, Gaeta, Itri, Castelforte -, siamo tutti in questa barca nella quale ci dobbiamo non solo difendere e proteggere ma dobbiamo darci anche una direzione per navigare sereni. Lo Stato deve essere ancora più presente. Nessuna polemica con le Istituzioni ma lo voglio dire con grande forza: aver sguarnito il territorio di una sezione distaccata del Tribunale mi è sembrata una scelta che sul piano politico definire demenziale è un aggettivo leggero. E’ arrivato il momento non solo di restituire protezione giudiziaria a questo territorio ma forse di andare oltre: è ora che le sezioni della Direzione Investigativa Antimafia arrivino anche a Formia. Ci sono state e ci sono tuttora indagini in corso. Vogliamo che qualcuno a tempo pieno e non solo casualmente, vogliamo qualcuno che qui su questo territorio sveli il tessuto profondo e ci dica quali siano i collegamenti a tutti i livelli, senza ritegno per nulla e per nessuno. Non è un servizio che si possa fare con delle procure distanti. Qui si gioca una partita per il Lazio intero. Ieri sera, quando mi ha chiamato il presidente Zingaretti, di questo abbiamo parlato. Ho chiesto anche a lui di dire nelle sedi in cui questo va detto che quest’area è Lazio, non è altra cosa. Siamo a pieno titolo un territorio della Regione Lazio. Noi siamo il Lazio più vecchio e più antico e vogliamo essere tutelati a pieno titolo come territorio che non c’entra nulla con altre aree. Vogliamo che si vada fino in fondo su questi collegamenti. Abbiamo bisogno di più presenza delle forze dell’ordine. Le ringraizo per quello che fanno ma ormai il livello si è alzato. Occorre fare di più per consentire l’agibilità politica, sociale ed economica di questa città. Mario non è stato ucciso per le caratteristiche che ci facevano incazzare, è stato ucciso perché evidentemente ha toccato questioni che non doveva toccare. Potrebbe capitare anche ad altri di noi. Se non ci sarà un forte protezione del tessuto locale. Dobbiamo approvare il piano regolatore, dobbiamo fare scelte difficili e vogliamo essere tutelati. Spero che su questi possiamo trovare la solidarietà. Al Sottosgretario Amici ho chiesto incontro con Ministero Interni e Giustizia per potenziamento giudiziario e investigativo di questo territorio. E non ci basterà che venga preso l’assassino di Mario Piccolino perché se verrà preso è una testa di legno che ha agito per conto di qualcuno. A noi interessa sapere il mandante e questo qualcuno potrebbe svelarci cosa sta accadendo su questo territorio. Questa sera fiaccolata che partirà alle 20 da piazza Vittoria. Vorrei chiedere ai sindaci di esserci con i gonfaloni delle loro città. Da Formia parta una grande battaglia perché il territorio si liberi di queste presenze. Non possiamo più vivere nell’incertezza, che questo territorio possa essere intercettato da presenze che non hanno i nostri stessi valori. Non so quando ci saranno i funerali – oggi o domani l’autopsia. L’autorità giudiziaria ci dirà quando potremo fare anche il funerale a Mario. Questa situazione si interseca con la nostra festa patronale di Sant’Erasmo. Ho chiesto a don Alfredo e ai membri del comitato… tutti sappiamo la devozione della città per i suoi santi patroni. Crediamo che sia giusto che per la sua parte religiosa questo giorno di commemorazione si faccia. Però abbiamo chiesto di annullare tutta la parte civile. In questo momento il nostro stato d’animo non ci permette di svolgere i fuochi, i concerti, che INTERROTTO DALL’APPLAUSO. Vogliamo che il Santo ci sia per le strade della città. Vogliamo anche la città sia illuminata perché dobbiamo pensare alla vita futura. Credo che a Mario la città tutta illuminata faccia piacere. E quindi le illuminazioni sono per lui. E’ il riconoscimento che noi vogliamo dargli. Lo voglio ricordare con tutte le contraddizioni di una persona complessa. Tu hai contribuito ad illuminarci, a farci vedere cose che altrimenti non avremmo visto. Grazie Mario, ti vogliamo bene.
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