Casa Editrice: Florestano Edizioni
Collana: Echi di storie
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 564
Prezzo: 20,00 €
“Ritratto di fanciulla” di Marco Forneris è il terzo volume della saga investigativa che vede come protagonista David Faure, un consulente e imprenditore, che risolve casi di rilevanza internazionale. Non è difficile cogliere tra le righe che descrivono il personaggio di Faure, una sorta di alter-ego dell’autore stesso, che vanta un curriculum vitae di tutto rispetto, abbinando le doti manageriali a quelle informatiche ed investigative, consentendogli così di lavorare in tutto il mondo e fondare inoltre una sua società. Ed è lo stesso autore ad affermarlo: «Lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel nel 2006, sostiene che scrivere è un viaggio dentro se stessi, ma che la condizione per fare della buona letteratura risiede nell’abilità di raccontare la propria storia come se fosse la storia di un altro e la storia di un altro come fosse la propria. Nella stesura di Ritratto di Fanciulla ho cercato di far tesoro della lezione di Pamuk e per rendere più credibile il personaggio di David e dei suoi genitori ho dovuto guardarmi allo specchio, andare a ritroso nella mia storia personale ma anche in quella della mia famiglia, e per questo ben conosciuta ». Questa spy story riesce a suscitare vivido interesse nel lettore perché abbina al carattere storico incentrato sulle vicende della Seconda Guerra Mondiale, l’interesse artistico, soprattutto, per quanto riguarda gli immensi patrimoni degli Stati e dei privati, trafugati dai nazisti, per garantirsi un “buen retiro” in Sudamerica. Infatti, a convincere Faure, ad accettare l’incarico, è proprio la presenza del ritratto a carboncino e sanguigna che ritrae alla perfezione una donna di età inferiore ai 20 anni, che lo stupisce per l’immane bellezza e accertarne la veridicità e la provenienza diverrà il suo interesse principale. «La fanciulla ritratta doveva essere molto giovane, sotto i vent’anni, ed era rappresentata di fronte, con il viso leggermente inclinato a sinistra, mentre il busto era girato in direzione opposta. I capelli chiari erano liberi, non trattenuti da fasce o coroncine, e le ciocche ondulate ricadevano con leggerezza sul collo scoperto. Gli occhi, anch’essi chiari, fissavano l’osservatore con guizzi di allegria, mentre una mano era posata sulla spalla, forse per trattenere lo scialle che copriva in parte la scollatura quadrata. Indossava una collana con appesi piccoli soli intervallati da altrettante mezzelune, e la sfumatura gialla utilizzata dall’artista era sufficiente a fare risplendere il tutto come fosse d’oro zecchino. David rimase a fissare il disegno per alcuni minuti, senza un motivo particolare, solo per gustarne a fondo la bellezza». Ed è proprio per comprovarne l’autenticità, che David si ritrova a dare la caccia ai nazisti, insieme a sua moglie Jacqueline, ex agente della Cia e altri esponenti fidati dei servizi segreti, risolvendo anche il mistero della scomparsa dell’ex agente e giornalista Finch, che acquistò l’opera poco prima di morire in circostanze misteriose nelle Isole Vergini Britanniche.
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