I militari della Tenenza Carabinieri di Gaeta, in collaborazione con personale della Compagnia Carabinieri di Formia, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino (procuratore capo Luciano d’Emmanuele e sostituto procuratore Eugenio Rubolino) hanno portato a termine un’importante indagine finalizzata alla disarticolazione di un pericoloso sodalizio criminale campano specializzato nel furto di autovetture di grossa cilindrata ed ingente valore economico.
Alle prime luci dell’alba, i militari hanno dato esecuzione a quattro misure cautelari personali, emesse da Massimo Lo Mastro, giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Cassino, a carico di altrettanti cittadini ucraini, tutti domiciliati tra le province di Napoli e Caserta che, sulla scorta dei plurimi e gravi indizi di reità raccolti dalla P.G., sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato di autovetture ed al loro riciclaggio. In particolare si tratta di V. K. classe ’68, V. K. classe ’93, Y. A. classe ’87 e D. O. classe ’83, i quali venivano associati alla casa circondariale di Cassino.
L’operazione denominata “Voyager” (dal nome dall’autovettura Daimler Chrysler Voyager, fittiziamente intestata a soggetto estraneo, utilizzata dal sodalizio quale “staffetta apripista” alle autovetture oggetto di furto), veniva avviata a seguito di numerosi furti di autovetture di elevato valore, delle marche BMW, Land Rover e Mini, perpetrati a Gaeta e comuni limitrofi, tra il gennaio ed il maggio 2016. Acquisiti i primi elementi informativi si procedeva all’identificazione del gruppo criminale mediante articolata attività di indagine sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche, monitoraggio GPS di due autovetture, costanti servizi di osservazione, analisi dati e plurimi riscontri operativi.
In particolare, si ricostruiva che l’organizzazione criminale, solida e ben strutturata, era finalizzata con continuità all’attività di individuazione, furto ed immissione in canali di ricettazione partenopei, di autovetture di elevato valore, dando ai committenti anche possibilità di scelta in merito alle caratteristiche dei veicoli da asportare (colore, tappezzeria interna, cambio automatico o manuale, dimensioni cerchi etc.). I sodali, sotto la guida di V. K. e Y. A., operavano incessantemente nel basso Lazio ed in svariati territori campani, denotando elevata capacità delinquenziale ed ampia spregiudicatezza. Individuati gli obiettivi, talvolta anche mediante la consultazione di annunci su siti specializzati in vendita auto usate, venivano effettuati accurati sopralluoghi, prese tutte le precauzioni volte ad eludere le investigazioni, quindi utilizzando apparecchiature in grado disinnescare antifurti ed interagire con le più sofisticate centraline di accensione, nonché riprodurre chiavi codificate, in pochi minuti riuscivano ad asportare le autovetture.
Particolare attenzione veniva posta nelle conversazioni telefoniche, limitate all’essenziale ed adottando linguaggio costantemente allusivo e criptico come quando, al fine celare il reale oggetto della conversazione (autovetture di grossa cilindrata da piazzare) uno dei prevenuti affermava “ho due cinghiali grandi”, oppure “per il prossimo ponte festivo lavoriamo”.
Durante la fase delle indagini, inoltre, venivano arrestati in flagranza di reato 3 membri dell’associazione nel mentre tentavano, in Formia, di asportare una BMW Serie 1, recuperate 3 autovetture asportate dall’organizzazione, nonché scoperti 14 furti ascrivibili al citato sodalizio.