La Procura della Repubblica di Cassino si sta interessando al caso dei fusti interrati a Gaeta, o meglio, del racconto di un uomo del posto il quale sostiene di aver visto, nel 1995, decine, forse un centinaio di grossi contenitori, interrati sul crinale della collina sormontata dalla dismessa Polveriera. Un tratto di alcune decine di metri in via Forte Emilio Savio, sotto il quale, sarebbero stati posizionati i contenitori e poi ricoperti di terreno. Questa mattina, gli uomini della polizia giudiziaria della procura, hanno fatto un sopralluogo sull’area ritenendo il lavoro effettuato nel 1995, compatibile con il racconto del testimone. Il trampolino in terreno di riporto, infatti, non avrebbe nessun altro senso se non occultare qualcosa. Che cosa? Cosa nasconde quel cumulo di terreno? Che cosa contengono quei contenitori descritti meticolosamente dal testimone? Risposte alle quali gli investigatori tenteranno di trovare con una serie di indagini. La speranza, ovviamente, è che si tratti di un falso allarme, che quei contenitori non contengano nulla di pericoloso, altrimenti le valutazioni da fare sarebbero diverse. Innanzitutto il materiale di cui sono fatti. Se si tratta di plastica, sono più difficili da individuare, ma certamente sono anche meno deteriorabili, cioè disperdono con difficoltà il loro contenuto. Se fossero in ferro, una metal detector li individuerebbe facilmente, ma una decina di anni di interramento sarebbero sufficienti per danneggiarli e far si che abbiano già disperso nell’ambiente qualsiasi cosa avessero contenuto. Quindi, non c’è altro da fare che aspettare e sperare nell’esito delle indagini e che se altri sanno, si decidano a parlare come ha fatto il testimone di Gaeta.
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fonte: www.ilpuntoamezzogiorno.it