Il mare di Gaeta e la sua natura prorompente sono l’habitat ideale per una particolare varietà di olive che portano il nome della città e che si possono, ormai, trovare nelle cucine dei più grandi chef di tutto il mondo, sia sotto forma di olio, sia nell’apprezzata versione in salamoia.
L’INGREDIENTE Conosciuta in tutto il mondo, l’oliva di Gaeta è una prelibatezza tutta italiana che proviene da un territorio ricco di fascino dove la presenza degli ulivi è testimoniata sin dall’anno 954. Furono gli abili navigatori del Ducato di Gaeta a far conoscere l’olio locale oltre i confini nazionali e a rendere questa oliva una delle più apprezzate del pianeta. Di colore violaceo, contrariamente a come vengono definite da molti, quelle di Gaeta non sono olive nere. Si tratta di una cultivar locale alla quale si affianca la specie “itrana” dalla quale si distingue per la forma affusolata. Particolarmente aromatica, è apprezzata per il sapore deciso, lievemente amaro e tendente al vinoso al quale si abbinano le evidenti note acetiche tipiche delle fermentazioni naturali. L’aroma è particolare ed intenso ed è caratterizzato da un piacevole sentore di mosto vecchio. Non è un caso, dunque, che siano uno degli ingredienti più amati dagli chef che ne utilizzano, infatti, non soltanto l’olio ma l’intero frutto che si presta, per le sue caratteristiche di eccellenza, ad essere impiegato in differenti ricette dell’alta cucina.
LA RICETTA Non è solo l’olio, dunque, a rendere queste olive così celebri ed apprezzate. Non è difficile, infatti, trovare le Olive di Gaeta nelle sue varianti mosce e in salamoia, note anche come “all’acqua”. Queste ultime, in particolare, sono molto note in tutto il mondo oltre ad essere una preparazione tradizionale estremamente gustosa. Una volta selezionate le olive migliori ed eliminate quelle malformate, ammaccate e guaste, dovranno essere lavate e lasciate in ammollo in acqua per due giorni. Si potranno, quindi, trasferire all’interno di damigiane e coprire con acqua fredda alla quale saranno stati aggiunti 65 grammi di sale per ogni chilo. Così preparati, i recipienti dovranno essere lasciati riposare in luogo fresco ed areato dove la maturazione avverrà in circa 3-4 mesi. L’eventuale muffa che si formerà sulla superficie della salamoia, chiamata panno, proteggerà le olive e le preserverà dalle influenze dell’ambiente esterno.
IL SEGRETO Per ottenere delle ottime olive in salamoia, secondo alcuni produttori occorre procedere ad una raccolta lievemente tardiva del frutto che dovrà in parte maturare sull’albero.
LaStampa.it
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