Il grande complesso, caratterizzato da imponenti piloni, articolate architetture e grandiose strutture realizzate a partire dall’età tardo-repubblicana, si affaccia su una delle baie più suggestive del litorale laziale.
Non resta molto, oggi, dell’antica residenza sul promontorio di Fontania, trasformato profondamente nel corso degli anni dal proliferare di costruzioni moderne; si conservano invece ancora notevoli evidenze sulla spiaggia, già opportunamente documentate da recenti lavori della Soprintendenza Archeologica del Lazio, e importanti resti nello specchio acqueo antistante, protetti dall’aumento del livello del mare nel corso dei secoli.
Proprio su questi avanzi di antiche strutture, periodicamente scoperti e ricoperti dalle mareggiate e dalla sabbia, gli archeologi e gli studenti dell’Orientale, guidati da Fabrizio Pesando e Michele Stefanile, hanno concentrato le loro attività di ricerca, documentando fasi e interventi edilizi, periodi di frequentazione e di abbandono, soluzioni architettoniche e gusti decorativi.
Contattato dalla redazione il direttore tecnico del progetto Michele Stefanile ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Fontania è un luogo di grande importanza per il nostro progetto di documentazione delle strutture archeologiche semisommerse nel Lazio meridionale: da un lato, infatti, la consistenza dei resti antichi in spiaggia e sott’acqua ci potrà aiutare a comprendere meglio l’articolazione di questa grande villa marittima, che ha certamente ancora molto da raccontare; dall’altro, la bassa profondità e le condizioni ottimali del sito rendono Fontania un posto ideale per la formazione degli studenti nelle tecniche di documentazione in archeologia subacquea“.
I lavori nella villa di Fontania sono stati svolti nell’ambito del Southern Latium Underwater Survey, e seguono le campagne già svolte a Gianola (2013 e 2014) e Sperlonga (2014 e 2015).
Le indagini hanno permesso di mettere a fuoco l’estensione e la complessità delle strutture architettoniche superstiti, testimonianze preziose ed estremamente fragili di una civiltà che seppe intervenire massicciamente sul paesaggio costiero, valorizzandone le bellezze e le particolarità, all’interno di uno scenario unico al mondo.
Toccherà adesso agli archeologi impegnati sul campo elaborare i dati raccolti e procedere a una ricostruzione affidabile dell’imponente residenza.
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