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Gaeta: centro di alta diagnostica. I Sindaci del Lazio sud chiedono rispetto dell’accordo

In un documento sette sindaci chiedono a Coletta e Della Penna di utilizzare le apparecchiature che garantiscano i requisiti di eccellenza indicate nel Protocollo d’Intesa del 17/4/2015

Adottare interventi e iniziative necessarie a garantire il perseguimento degli obiettivi prefissati dagli accordi per la realizzazione del Centro di alta diagnostica a Latina, utilizzando le apparecchiature che garantiscano al centro i requisiti di eccellenza indicate nel Protocollo d’Intesa, sottoscritto il 17/04/2015 tra Comune di Latina, Provincia di Latina, Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e Fondazione Roma Scienza e Ricerca.

È quanto richiedono i sindaci del sud pontino in un documento – promotore il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano – sottoscritto il 24 novembre scorso ed indirizzato al sindaco di Latina Damiano Coletta ed al Presidente della Provincia Eleonora Della Penna. In effetti, i sindaci Cosmo Mitrano (Gaeta), Gerardo Stefanelli (Minturno), Nicola Procaccini (Terracina), Salvatore De Meo (Fondi), Antonio Fargiorgio (Itri), Federico Carnevale (Monte San Biagio) e Franco Taddeo (SS. Cosma e Damiano) evidenziano «l’importanza del rispetto del Protocollo d’Intesa, sostenendo che il macchinario ibrido Pet/RM consente di eseguire, con risultati estremamente raffinati ed all’avanguardia, lo studio funzionale delle patologie neurodegenerative, cardiocircolatorie, oncologiche e neuro-oncologiche». E commentano che «questo macchinario, che consente l’acquisizione di immagini in tre modalità, darebbe una connotazione di “eccellenza” al centro di alta diagnostica».

Chiamare in ballo la Regione, o trincerarsi dietro un preventivo diniego dell’autorizzazione all’installazione del tomografo ibrido presso il Centro di alta diagnostica, non ha senso. Detto diniego – notificato al Comune di Latina il 3/5/2017 dove si adducevano meri motivi di natura burocratica – è stato da tempo superato. Infatti, rispondendo all’interrogazione n. 715 presentata dal consigliere regionale Giuseppe Simeone il 13 luglio scorso, l’assessore regionale Mauro Buschini ha confermato «la totale propensione della Regione a rilasciare l’autorizzazione all’attività di alta diagnostica, una volta che il Comune di Latina avrà ottemperato correttamente all’iter burocratico richiesto dalla Regione stessa».

Dunque, il rispetto degli accordi del 17/4/2015 è quanto richiedono i primi cittadini del sud pontino. Sostituire un macchinario (ibrido Pet/RM) con un altro va in direzione contraria all’accordo, sottoscritto anche dalla Provincia, che ha investito 800 mila euro di soldi pubblici nella realizzazione del centro di alta diagnostica. E la Provincia ha tutto il diritto di pretendere il rispetto degli accordi originali.

Pertanto, l’assegnazione delle risorse pubbliche e degli strumenti di politica pubblica nel campo della salute deve attuarsi in modo rispettoso degli interessi della collettività e di chi la rappresenta.

redazione

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