Formia non è più capofila del distretto socio sanitario. Questo ruolo è stato affidato a Gaeta, che ha conquistato nell’assemblea dei Sindaci la maggioranza.
Anziché costituire un’azienda speciale con cui unificare le politiche sociali comprensoriali, si è preferito proseguire con la logica della frammentazione e della competizione tra Comuni.
Mettere a rotazione il capofila del Distretto non ha infatti alcuna attinenza con l’efficienza dei servizi. Non vi sono precedenti in altri distretti del Lazio. Il passaggio di consegne durerà mesi, tra spostamenti di fondi, strutture e personale. La Regione dovrà cambiare interlocutore, e quello nuovo, sarà un Comune più debole dal punto di vista finanziario, con servizi sociali meno sviluppati e una minore centralità geografica.
Se l’obiettivo dei Comuni era quello di procedere speditamente verso il Consorzio, la decisione di ieri va esattamente nella direzione contraria.
In questo scenario, di per sé avvilente, brilla per inadeguatezza il comportamento dell’amministrazione comunale di Formia, sempre più isolata e incapace di comprendere il senso delle sue sconfitte.
Blindata dentro il palazzo comunale, la Sindaca non ha promosso incontri con le altre amministrazioni, non ci risulta abbia cercato di coinvolgere la Regione, non ha portato la vertenza sul territorio, non ha fatto nulla se non aspettare il voto contrario della maggioranza dei Comuni e inventarsi la solita polemica contro il Partito Democratico.
Per smentire il punto di vista della Sindaca Villa, basta citare gli unici due voti favorevoli presi da Formia, provenuti da Castelforte e Ventotene, amministrazioni vicine al centro sinistra, e che l’ordine del giorno unitario in consiglio comunale sia stato proposto dal sottoscritto, in rappresentanza anche di Formia Bene Comune.
Evidentemente la prima cittadina non arriva a capire che lo slogan “il mio partito è Formia”, vale anche per i Sindaci di Gaeta, Minturno, Itri e via discorrendo, e che le posizioni articolate sui tavoli istituzionali non dipendono da quelle dei singoli partiti ma dalla capacità delle amministrazioni di esprimere visione, di tessere relazioni istituzionali e di costruire consenso, anzitutto non addossando colpe su chi ha teso una mano per aiutare.
La precedente amministrazione, tanto criticata da quella attuale, con tutti i limiti del contesto, è riuscita a scongiurare lo spostamento di Inps e Agenzia delle Entrate, a bloccare l’installazione dei Dissalatori, a vedere finanziato l’Ospedale del Golfo, a limitare i passaggi di centinaia di Cotral vuoti nel centro città, a mantenere il giudice di pace e, tra le altre cose, a tenere su Formia la sede del Distretto socio-sanitario. Anche in questi casi, Formia era minoranza, ma ha fatto valere le sue ragioni.
Ora si tratta di capire se il futuro ci riserva un colasso, o se riusciremo non solo a resistere allo spopolamento di funzioni della città, ma anche ad estenderle.
Noi ci siamo, con le nostre limitate forze e risorse, a dare un contributo per la nostra città. Purtroppo, chi la governa non riesce proprio a capirlo.
Claudio Marciano – Consigliere Comunale Partito Democratico e Formia Bene Comune.
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