Un inganno ben strutturato e rivolto ad estorcere denaro è costato una bella somma ad una donna di Gaeta: come è stato perpetrato il raggiro e come si è conclusa la vicenda.
Non passa giorno senza che giunge notizia di un nuovo tentativo o una nuova forma di truffa tramite applicativi e siti web. Tra le applicazioni prese di mira maggiormente dai truffatori online c’è sicuramente WhatsApp, applicazione di messaggistica istantanea che è diventata indispensabile per comunicare con i propri contatti.

Tra le truffe maggiormente diffuse in questo periodo su WhatsApp c’è quella del finto figlio, che consiste nel tentativo da parte dei cybercriminali di far credere alla vittima che il figlio si trovi in una situazione di emergenza o difficoltà che può essere risolta solamente tramite l’invio di una somma di denaro.
In origine tale truffa veniva resa maggiormente credibile da una spiegazione sul perché il figlio stesse utilizzando un’utenza telefonica differente da quella solita. Facendo dunque leva sul senso di responsabilità e sulla preoccupazione del genitore, il truffatore riusciva a convincere la vittima a fare un versamento o addirittura più di uno.
Truffa su WhatsApp a Gaeta: come si è svolto il raggiro e qual è stato l’esito delle indagini
Tra le vittime più recenti di questa tipologia di truffa c’è una donna di Gaeta. Il truffatore l’ha contattata tramite WhatsApp asserendo di essere il figlio e di avere bisogno di un aiuto economico per acquistare il nuovo iPhone 15. Persuasa dai messaggi che si trattasse proprio del figlio, la vittima ha versato dapprima 1.000 euro e successivamente 700 euro su una PostePay indicata tramite messaggio.

Poco dopo il truffatore ci ha riprovato, inviando una terza richiesta di denaro che ha fatto insospettire la donna. Dopo aver chiamato il figlio per chiedergli spiegazioni, infatti, si è resa conto di aver inviato 1.700 euro ad un truffatore e si è dunque rivolta alle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto.
In fase di denuncia gli investigatori hanno registrato le chat e le utenze telefoniche, dunque effettuato un controllo su quella del truffatore per cercare di capire se risaliva all’identità di qualcuno. In seguito è stato effettuato un controllo sulla PostePay sulla quale la vittima ha versato il denaro e grazie a questo controllo si è risaliti all’identità del cybercriminale.
In base a quanto rivelato dalle forze dell’ordine si tratterebbe di un uomo già noto per simili espedienti e già gravato da condanne per truffa, furto e ricettazione di denaro. Le prove ottenute sono state utili per disporre una denuncia all’Autorità giudiziaria con l’accusa di truffa aggravata e sostituzione di persona.
L’accaduto evidenzia quanto sia fondamentale non cedere a richieste economiche provenienti da chat WhatsApp, mail o sms e accertarsi sempre che il contatto con cui si comunica sia effettivamente chi dice di essere. L’esito delle indagini invece dimostra come l’impegno della Polizia di Stato sulle truffe online sia sempre massimo e porti a risultati concreti.