Gli alberi sono fondamentali per la vita dell’uomo: non sono soltanto elementi decorativi, sono capaci di fissare l’anidride carbonica dell’atmosfera, di regolare il flusso idrico e generare un microclima più favorevole alla vita, proteggendoci poi dalla siccità, dall’erosione e dagli eventi franosi. Alcuni vegetali sono persino in grado di assorbire dall’ambiente sostanze tossiche o inquinanti, fungere da barriere naturali contro il vento ed il rumore ma, soprattutto, caratterizzano gli ecosistemi ed il passaggio.
Gli alberi sono generatori di ecosistemi, soprattutto se di una certa età e di una certa mole (come i pini di Lungomare Caboto, quelli ad esempio fronte Comune di Gaeta e fronte Flavio Gioia e quelli tagliati dal sindaco Mitrano per far spazio alla costosissima rotonda di Calegna), raggiungibile solo nei secoli: l’albero parallelamente alla sua crescita e al suo sviluppo diviene più magnificente e da elemento dell’ecosistema (Ecoide) diviene esso stesso una sorta di ecosistema, basti pensare a quanti esseri viventi dipendono o sono agevolati dagli alberi durante la loro vita.
Gli alberi determinano profondamente l’aspetto e l’ecologia del nostro paesaggio, sono i padroni del bosco e rimangono essenziali nel paesaggio agrario come in quello urbano. Il lungomare di Gaeta, che si vuol per forza assimilarlo a quello di Ipanema e Copacabana, ha perso ogni zona d’ombra e non è più possibile il passeggio senza bruciarsi al sole, dove invece la presenza di Platani, Pini o Salici lo renderebbero meraviglioso, anche quando l’autunno fa ricoprire i viali di foglie, calpestarle non è che un piacere.
Gli alberi sono anche un fatto economico, non perché la loro legna debba essere utilizzata “con una scaltrezza”, ad esempio, per alzare le percentuali della differenziata ed ottenere la Bandiera Blu; ma perché la legna “della potatura” può essere regolarmente venduta ed entrare in bilancio; perché anche il semplice ornamento dei parchi e giardini avvicina il turismo indotto, in grado di muovere l’economia senza necessità di distruggerli. Quelli di Gaeta sono grandi e monumentali, sono i più importanti, meritano a pieno titolo di essere ammirati, protetti e tutelati, tanto quanto gli altri monumenti del patrimonio artistico e culturale. Ma la loro sopravvivenza è messa in pericolo, non tanto da fattori naturali, quanto invece spesso dal disinteresse che lascia spazio alle speculazioni, nonostante La legge n. 10 del 14 gennaio 2013, che oltre a dettare regole per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, va anche a potenziare il preesistente quadro normativo sulla tutela dei patriarchi verdi, patrimonio paesaggistico e ambientale di grande pregio del nostro Paese. Al fine di dare omogeneità alla differenziata legislazione regionale avente come obiettivo la tutela e la valorizzazione di tali esemplari, la legge statale fornisce una definizione giuridica di albero monumentale univoca che dovrà essere recepita da ogni regione entro un anno dalla sua entrata in vigore. Con essa viene stabilita l’obbligatorietà per ogni comune di censire i propri alberi monumentali. I risultati di tali censimenti verranno raccolti in elenchi regionali, che costantemente aggiornati, alimenteranno “l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede il Corpo forestale dello Stato.”
I Gaetani hanno il diritto di sapere se il Sindaco di Gaeta li ha censiti, ma speranza di avere questa notizia (come tante altre) è pari a zero, nonostante una delle promesse elettorali (con me, sotto il suo palco) era proprio quello della trasparenza e interazione con la cittadinanza (non solo in occasione di campagne elettorali o sui palchi dei grandi eventi a nostre spese). Noi cittadini, inoltre, non vogliamo sentir dire che tali alberi monumentali richiedono eccessivi costi di manutenzione, perché quelli esotici che sono stati già piantati a Levante, e il prato inglese, che deve essere innaffiato tutti i giorni e potato perpetuamente, costano ugualmente tanti soldi.
Fonte: Giuseppe Di Chiappari M5S Gaeta
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