Tra “I Tesori dell’Arte” ritorna il cosiddetto castello angioino: la fortezza inferiore che sormonta l’intero abitato di Gaeta medievale, struttura tristemente famosa per aver ospitato fino al 1990 il carcere militare. Grazie alla disponibilità dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, è possibile visitare, previa prenotazione, lo storico castello che è stato protagonista di mezzo millennio di storia gaetana.
TI MANDO A GAETA! Questa minaccia ha tenuto sotto schiaffo tutti i maschi italiani dalla fine dell’800 fino agli anni Ottanta dello scorso secolo. L’intimidazione di una reclusione nel carcere militare, in alcuni casi si concretizzava in un periodo più o meno lungo di reclusione in una caserma di Gaeta: il cosiddetto castello angioino o l’ex convento di San Michele Arcangelo.
Nelle medesime strutture carcerarie, per la precisione nel versante sud-orientale del castello angioino, insisteva il braccio “ex ufficiali”, dove vennero rinchiusi i graduati italiani insieme con i famigerati nazisti Herbert Kappler e Walter Reder, responsabili, rispettivamente, della strage delle fosse Ardeatine e del rastrellamento del Quadraro il primo, e degli eccidi di S. Anna di Stazzema e di Marzabotto il secondo. Kappler nel 1976, per un tumore al Colon, verrà ricoverato presso l’Ospedale Militare del Celio, da dove fuggirà a ferragosto dell’anno dopo in circostanze mai chiarite. Reder riceverà la grazia nel 1985 e lascerà definitivamente vuoto il braccio ex ufficiali dell’angioino.
Un discorso a parte meritano coloro che per motivi di credo religioso vennero rinchiusi nel carcere militare di Gaeta, per la stragrande maggioranza nel castello angioino: i testimoni di Geova che si dichiaravano obiettori di coscienza già decenni prima dell’istituzione di una norma che garantiva i loro diritti. I testimoni di Geova venivano trattati alla stregua dei renitenti alla leva, cioè coloro che non si presentavano al distretto militare per le visite di leva, o non raggiungevano la destinazione assegnata per il servizio.
Entrare nel castello angioino sarà l’occasione per ricordare, oltre alle storie di carcerati e carcerieri, le figure di Federico II di Svevia che fece costruire un primitivo castello subito distrutto; Alfonso d’Aragona l’effettivo costruttore del castello; Maria Sofia e Francesco II ultimi sovrani “regnanti” su Gaeta. Una lezione di storia da non perdere per gli appassionati del Meridione d’Italia.
Una lezione di storia da non perdere per gli appassionati del Meridione d’Italia, con monologhi dell’attore Maurizio Rata.
Prenotazione obbligatoria presso: PRO LOCO GAETA, Piazza Traniello, tel. 320.0380413; MUSEO DIOCESANO, Piazza De Vio, tel. 389.8256341
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