Ci chiediamo: dov’era il signor Cristian Leccese quando quest’estate ripulivamo Forte Emilio Savio da erbacce, arbusti, plastica e pneumatici? Dov’era mentre con i nostri comunicati e i nostri reportage fotografici sensibilizzavamo l’opinione pubblica e informavamo migliaia di cittadini sull’esistenza del Forte? Dov’era il signor Leccese mentre lavoravamo alla redazione di un’interrogazione parlamentare sull’utilizzo del sito militare? Dov’è stato in questi tre anni l’assessore Leccese mentre il sito in questione era in stato di totale abbandono, tanto da divenire discarica per eternit, pneumatici e altre rifiuti speciali?
Certo, se avessimo saputo che l’intenzione dell’amministrazione comunale di Gaeta è quella di cedere Forte Emilio Savio a un privato per realizzarci un albergo, che lui amabilmente chiama struttura ricettiva, non avremmo sicuramente perso sei domeniche di luglio e agosto a ripulire completamente il sito in questione. Se avessimo saputo che Leccese avrebbe lottato, come lui dice di aver fatto, per operare una variante di destinazione d’uso, che in pratica significa svendere il bene archeologico a favore di aziende alberghiere, non avremmo dedicato tanto tempo per rendere accessibile e fruibile un bene dal grande interesse storico.
Ma non finisce qui. L’assessore in questione dimostra di avere un senso del pudore alquanto discutibile. In altri tempi ci si sarebbe vergognati di annunciare di voler regalare Forte Emilio Savio ai privati per una mega speculazione commerciale. Lui invece si vanta anche di questa circostanza, come se fosse normale speculare su un bene architettonico che, questo sì, se usato con intelligenza potrebbe smuovere turismo, economia e indotto.
Probabilmente se fosse assessore a Formia venderebbe la torre di Cicerone per un bar all’aperto; se fosse assessore a Itri venderebbe il Castello Baronale per realizzarci un residence di lusso: se fosse assessore a Minturno venderebbe il teatro di romano per realizzarci una cinquantina di appartamenti; se fosse assessore a Roma non siamo immaginare cosa sarebbe in grado di fare.
Cristian Leccese parla senza cognizione di causa, anche perchè probabilmente non conosce Forte Emilio Savio e mai ci è entrato. Quando scrivemmo “il bene torna al Comune di Gaeta” è evidente che parlavamo della disponibilità del bene, e non della proprietà. Se poi lui intende ricamare su un aspetto tecnico per mettere in cattiva luce il Movimento 5 Stelle di Gaeta, faccia pure.
Se Forte Emilio Savio è nella disponibilità dell’ente locale il merito si deve solo ed esclusivamente alla campagna di sensibilizzazione e alle interrogazioni parlamentari del Movimento 5 Stelle, e ai tanti ragazzi di Gaeta che quest’estate hanno riscoperto la vocazione per la tutela ambientale dei propri beni architettonici.
Così come il merito sarà il nostro quando riusciremo a evitare la costruzione di un albergo al posto di un bene dal grande valore architettonico. Perchè, è giusto che si sappia, vigileremo e lotteremo affinché ciò non accada.
Il Gruppo Comunicazione Meetup del Movimento 5 Stelle di Gaeta.
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