È il 1975, una donna scompare, i suoi documenti vengono ritrovati sulla sponda
del Tevere, il corpo no. Un commissario la cerca, scopre le origini di un dramma
che sembra nascere da banali tradimenti e invece è più profondo e antico, ha
origine nei giorni bui dei collaborazionisti e dei partigiani, delle ausiliarie e delle
brigate nere. L’indagine sulla scomparsa, il dramma della protagonista in lotta
solitaria con la propria malattia mentale e gli eventi storici che la travolgono
sono i tre piani narrativi su cui si svolge il romanzo, in cui il sottofondo costante
è un fragile ambiente familiare. Luciana Capretti racconta con una scrittura
nitida e suggestiva il dramma e la malattia di una donna, la violenza e
l’abbandono, la fragilità di chi non può che cadere sotto i colpi del destino.
Luciana Capretti è nata a Tripoli (Libia), ha studiato a Roma, è stata corrispondente da New York per
più di vent’anni. Per la Rai ha realizzato reportage in Uganda, Moldova, Armenia, Vietnam,
Cambogia, Guatemala e Canada che hanno conquistato premi internazionali. Il suo primo romanzo,
Ghibli (Rizzoli 2004), ha vinto il Rapallo Opera Prima. Attualmente risiede a Roma e lavora al tg2.
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