Di seguito una nota di Emiliano Scinicariello – già segretario del PD e candidato alle elezioni provinciali con lo stesso partito – sulla situazione politica a Gaeta.
“Per quanto ancora, chi sente di appartenere al centrosinistra dovrà vivere in situazioni di imbarazzo? Per quanto ancora, i cittadini di Gaeta dovranno assistere ad ambiguità finalizzate soltanto a giochi di potere?
Le domande che pongo oggi sono le stesse che rivolsi a me stesso circa 4 anni fa, quando decisi di non partecipare più alla vita del circolo del PD locale, con profondo disagio per via del senso di appartenenza a quella che ritenevo e ritengo ancor oggi essere la mia casa politica. Il senso di responsabilità che vivo nei confronti di quel partito, di cui sono stato segretario e candidato alle elezioni provinciali, mi porta oggi, di fronte al formalizzarsi di un “asse” Rosato-Mitrano, a condividere il grido di dolore della parte migliore del PD, quella dei Giovani Democratici.
Non credo sia normale per un partito, il PD, affrettarsi a convocare un Congresso in meno di una settimana, senza dar vita ad un minimo di fase precongressuale, eleggere il suo segretario in meno di due ore con una quarantina di votanti, mentre centinaia di attivisti e tantissimi elettori sono tagliati fuori, essendo il dibattito monopolizzato da un’unica corrente. Non è altrettanto normale, né tantomeno accettabile, che un consigliere comunale del PD strizzi da sempre l’occhio alla maggioranza di destra e che, a un anno delle elezioni amministrative, venga eletto come Presidente del Consiglio comunale a garanzia delle minoranze, ma con i soli voti delle liste di maggioranza e i consiglieri di opposizione fuori dall’aula in segno di protesta.
Oggi più che mai c’è la necessità di tornare alla normalità, con un centrosinistra che elabori un’alternativa allo schema di governo che si è andato a prefigurare nel corso di questi anni. Non solo per impedire la sciagurata eventualità che venga rinnovato il mandato all’attuale amministrazione nel corso delle prossime elezioni, ma anche per iniziare a costruire un progetto politico di ampio respiro che fondi le sue radici sui temi del welfare, occupazione e sviluppo economico.
Sono sicuro che queste poche righe saranno condivise da una larga parte di attivisti ed elettori che interpretano, come me, l’attuale fase politica come una deriva da collocare appena possibile nei brutti ricordi, spazzata via da una nuova storia, tutta da scrivere.
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