“Per i lavori già effettuati presso l’ex Colonia Di Donato di Formia il Responsabile Unico del Procedimento è stato il Dott. Erasmo Valente, fatta eccezione per la parte finale per la quale gli è subentrato l’Arch. Guratti. Il Vice Rup della Stazione Appaltante è stato l’Arch. Giorgio Maggi, Dirigente della Regione Lazio. Il RUP ed il Vice RUP si sono avvalsi di un apposito staff messo su autonomamente dal Dott. Raniero Vincenzo De Filippis. I Consiglieri ed il sottoscritto non hanno avuto alcun ruolo in tutta la procedura e non hanno alcuna responsabilità. Tutte le procedure sono state esclusivamente portate avanti dai suddetti responsabili.
I lavori di messa in sicurezza furono appaltati per € 338.181,32 iva compresa. La ditta aggiudicatrice praticò un ribasso del 39,50%. E rispetto ai 338.181,32 euro suddetti, la ditta ha avuto dall’IPAB anticipazioni per € 200.000,00. Restava un residuo da corrispondere pari ad € 138.181,32.
Ma, attraverso una successiva perizia di variante e, soprattutto due atti di sottomissione, ai 338.181,32 euro iniziali si sono aggiunti altri € 481,953,67, con un aumento di oltre il 140%. Un aumento di costi di gran lunga superiore rispetto al prezzo di aggiudicazione della gara, che “altera” profondamente il dettato della gara stessa e vanifica di gran lunga il ribasso che ha permesso alla ditta di aggiudicarsi la gara.
Sia la perizia di variante che i due atti di sottomissione non hanno visto alcun coinvolgimento, neanche solo di tipo informativo, né dell’ex CDA né tantomeno del sottoscritto, tutto è stato fatto con decreti del Presidente pro tempore Raniero Vincenzo De Filippis e con il coinvolgimento e la responsabilità del RUP, del Vice RUP e dello Staff suddetti. Decreti privi di qualsiasi elemento di indifferibilità ed urgenza e mai portati alla ratifica dell’ex CDA e dei quali l’ex CDA è venuto a conoscenza solo nel 2014, quando ha potuto prendere in mano il dossier dopo la sospensione del Dott. De Filippis dall’incarico di Direttore regionale e di Presidente dell’IPAB. Il mancato coinvolgimento dell’organo statutariamente a ciò preposto, ovvero la mancata approvazione da parte del CDA dell’ipotesi di variante, rappresenta un grave vulnus amministrativo. Non va neppure trascurato che la seconda variante attiene ad un ritrovamento presso l’ex Di Donato di beni archeologici rispetto al quale la Soprintendenza pare che non sia stata mai debitamente coinvolta. Su queste questioni ripetutamente l’ex CDA e, in particolare il Presidente f.f., hanno chiesto al RUP spiegazioni e documentazioni, senza ricevere alcun riscontro.
Per questi motivi, per le gravi illegittimità portate avanti dai responsabili del procedimento, dalle figure tecniche coinvolte e dall’ex Presidente (ovviamente lungi da me la messa in discussione della quantità e della qualità dei lavori che vengono fatturati, non avendo alcuna competenza per una loro valutazione), ho proposto sia al primo che al secondo Commissario, nel frattempo succeduti all’ex CDA a causa di un illegittimo commissariamento dell’Ente, una motivata iniziativa al riguardo. Non so se il secondo Commissario abbia agito in tal senso né i motivi per i quali eventualmente non ha ritenuto di aderire alla mia proposta. Da parte mia avevo già segnalato all’ANAC la questione.
L’IPAB dalla Regione Lazio per i lavori complessivi previsti per la Di Donato ha avuto uno stanziamento pari a 5 milioni di euro e rispetto a tale stanziamento un’anticipazione di 950.000 euro. Così almeno certifica la Regione. L’IPAB aveva già utilizzato più della metà di tali fondi per l’anticipazione di € 200.000 alla ditta che ha eseguito i lavori, per pagare lo staff suddetto, le spese legali, quelle di progettazione, quelle dell’illegittimo acquisto di due immobili etc.. Pagamenti questi effettuati sempre e solo dal Dott. Raniero Vincenzo De Filippis, il quale è stato fino al 31.12.2013 l’unico responsabile della gestione finanziaria, l’unico cioè a decidere e a firmare tutti gli atti di liquidazione, con l’ausilio di uno “storico” dipendente dell’IPAB. Al sottoscritto, in qualità di Direttore, annualmente con i piani organizzativi annuali venivano indicate le mansioni da svolgere. Il sottoscritto non ha mai ottenuto la delega alla firma dei mandati di pagamento. Delega avuta solo all’inizio del 2015. Il sottoscritto ha avuto la possibilità di accedere al conto on-line della tesoreria, ma solo per la presa visione, solo dalla fine del 2013. E dopo non poche resistenze. All’appello potrebbero mancare circa 400.000 euro che il Presidente pro-tempore Dott. Raniero Vincenzo De Filippis ha probabilmente utilizzato per altre finalità, finalità presumibilmente istituzionali ma non facilmente riscontrabili poiché mancano i riscontri contabili. Riscontri contabili richiesti al dipendente che agiva a supporto del Presidente De Filippis per la gestione del bilancio, ma non ricevuti. Non è un caso che l’ex CDA su mia segnalazione e proposta ha chiesto l’intervento della Corte dei Conti per avere una perizia sull’ex tesoreria dell’IPAB presso MPS di Gaeta, anche perché come da me denunciato, quando finalmente ho ottenuto l’accesso on-line al conto, ad un certo punto il saldo di tesoreria senza alcuna giustificazione “impazziva”. Aspettiamo di sapere cosa ci dirà la perizia. Di tutto ciò, dei lavori già eseguiti presso la Di Donato, dell’aumento dei costi rispetto alla gara, delle incongruenze sul saldo di tesoreria dell’IPAB, come per le altre anomalie riscontrate, in quanto Responsabile della prevenzione della corruzione pro tempore dell’Ente, ho puntualmente informato sia la Regione Lazio vigilante sulle IPAB che l’ANAC, oltre a proporre all’ex CDA la nomina di legali di fiducia per le necessarie iniziative legali e a tutela dell’Ente. Continuare a dare meriti di denuncia ad ex Commissari inconferibili è ormai diventato patetico. Perché G.D.M. non si chiede perché il commissario inconferibile l’unica denuncia che avrebbe dovuto fare, quella relativa agli incarichi ricoperti all’atto dell’accettazione dell’incarico di commissario dell’IPAB SS. Annunziata, l’ha omessa?
Quindi, come al solito le notizie di G.D.M. sono errate: non c’è alcun milione sparito e i fatti non sono quelli da lei raccontati ma esattamente questi.
In ordine poi a quanto si agita in questi giorni sul territorio e sui giornali a proposito del futuro dei lavori presso la Di Donato, occorre precisare che l’ex CDA da tempo aveva formalmente sollecitato il Comune e la stessa Regione per la restituzione dell’immobile. Non solo perché così è previsto dalla convenzione sottoscritta a suo tempo ma anche perché ad avviso dell’ex CDA non vi erano più le condizioni per poter continuare i lavori. Il contesto nel quale era nata quella ipotesi era profondamente cambiato. Gli ex consiglieri e il sottoscritto la ritenevano a suo tempo pregevole nelle finalità (recuperare finalmente un immobile storico e destinarlo ad attività sociali) ma assolutamente non alla portata dell’IPAB SS. Annunziata, la quale non era e non è oggettivamente in grado di assolvere il ruolo di Stazione Appaltante. A suo tempo il Sindaco di Formia era il Senatore Forte, l’Assessore Regionale che aveva stanziato le risorse era l’Assessore Forte, il Presidente pro-tempore dell’IPAB era il Dott. Raniero Vincenzo De Filippis, contemporaneamente anche a capo della direzione delle politiche sociali della Regione Lazio, direzione posta sotto l’Assessorato Regionale di Forte, che aveva materialmente previsto il finanziamento. Dott. De Filippis che si avvaleva del suo “storico” staff regionale per la Stazione Appaltante. Quindi, anche allora l’IPAB era solo “formalmente” coinvolta, e solo attraverso il RUP (RUP dell’IPAB che ad un certo punto si dimise). Quindi, gli “attori” di quella fase nel frattempo erano tutti cambiati. E l’IPAB, che non è in grado di fare da Stazione Appaltante per i lavori presso un proprio immobile come il Compendio della SS. Annunziata al punto da affidarli all’Ater di Latina, perché dovrebbe essere in grado poi di fare da Stazione Appaltante di un immobile del Comune di Formia? E ancora: se sono ancora stanziati oltre 4 milioni di Euro dalla Regione Lazio (anche se da una nostra verifica risultano stanziati ancora più di 4 milioni e mezzo, a dimostrazione che nel flusso di risorse tra Regione ed IPAB in quegli anni una qualche “confusione” vi sia stata…), perché non “dirottarli” al Comune di Formia in modo che il legittimo proprietario dell’immobile, adeguatamente attrezzato in professionalità, competenze e risorse, faccia i lavori che restano? Ipotesi questa tra l’altro già praticata proprio dall’IPAB all’epoca amministrata dal Dott. Raniero Vincenzo De Filippis. Per il Compendio della SS. Annunziata la Stazione Appaltante era, infatti, il Comune di Gaeta e nella disponibilità del Comune di Gaeta erano stati posti i 5 milioni circa stanziati dalla Regione Lazio. Poi, a un certo punto, la Stazione Appaltante è passata dal Comune di Gaeta all’Ater di Latina e i finanziamenti sono stati dalla Regione Lazio posti nella disponibilità dell’Ater.
Al Responsabile di Fare Ambiente Silvio D’Arco, intervenuto oggi su H24 e con il quale l’IPAB, sempre tramite il Presidente pro-tempore De Filippis, aveva attivato anche il bel progetto che ha portato alla stampa del prestigioso volume “Il Complesso Monumentale della SS. Annunziata di Gaeta. Aspetti religiosi, storici ed architettonici, edizioni D’Arco”, voglio solo sottolineare che è l’IPAB ad essere stata fortemente penalizzata da questa vicenda. L’IPAB ha ricevuto un “bidone”, ovvero una struttura fatiscente, complessa, semi abbandonata dopo alcuni primi lavori, da ristrutturare completamente, con tutto il sovraccarico di lavoro amministrativo, di contenziosi, di problemi e di polemiche, ricevendo in cambio la lontanissima speranza di poter gestire un giorno (non si sa come e con quali fondi) tale immobile. Al contrario il Comune di Formia da subito ha avuto dall’IPAB in “regalo” la magnifica struttura di Via Sarinola, che il Comune usa per il Centro Anziani senza pagare un euro di fitto, e l’appartamento di Via Vitruvio senza poterlo mettere così a reddito, rimettendoci quindi un bel po’.
Un’ultima annotazione: aspetto ancora che vengano fatte due righe sull’inconferibilità del Sig. Agresti. Neanche a seguito del Decreto con il quale anche la Regione Lazio con grande ritardo e forse a malincuore ha dovuto prendere atto dell’inconferibilità del Sig. Agresti e mandare le carte alle Autorità Giudiziarie qualcuna ha sentito il dovere e ha avuto la faccia di riportare correttamente la notizia, non per dire che avevo ragione io ma soltanto per informare con obiettività”.