Gaeta, Italcraft: Appello della Consormare del Golfo

20140308-222227.jpgA pochi giorni dalla pubblicazione, ad opera della curatela del fallimento Italcraft s.r.l., del bando per la procedura di vendita dell’azienda Italcraft, il Consormare del Golfo (Consorzio che riunisce n 56 imprese della nautica e della cantieristica in Provincia di Latina) e su sollecitazione e condivisione delle sottoscritte imprese ed Associazioni, nel prevalente interesse dei lavoratori e delle imprese operanti nel comparto nautico e nel suo indotto, nonché in considerazione del ruolo strategico svolto dall’Italcraft nella storia socio-economica del nostro territorio a far tempo dal 1969 (anno in cui i fratelli Sergio e Mario Sonnino Sorisio hanno inaugurato il loro nuovo cantiere di progettazione e costruzione nel Golfo di Gaeta), chiede con forza a tutte le Autorità ed Enti interessati, per quanto di loro competenza, di assicurare in futuro il mantenimento della medesima attuale destinazione urbanistica d’uso dell’area demaniale (unica ed irripetibile in tutto il panorama nazionale) su cui insiste lo storico cantiere, divenuto, da subito, centro di produzione e formazione per la nautica e la cantieristica locale.

La seria preoccupazione che ha invaso gli operatori del settore nasce dalla circostanza che il bando pubblicato dalla curatela non delinea con precisione i vincoli derivanti dalla destinazione urbanistica dell’area demaniale interessata in modo da precludere l’acquisto dell’azienda da parte di soggetti interessati allo svolgimento in loco di attività economiche estranee a quelle compatibili con la destinazione alla cantieristica e alla nautica.
In un periodo di crisi epocale quale l’attuale risulta, infatti, assolutamente necessario compiere ogni sforzo per salvaguardare e proteggere figure professionali qualificate e maestranze preziose per il futuro dell’economia del nostro territorio, che, come noto, vanta una vocazione ultramillenaria nei succitati settori produttivi.

L’area interessata dall’Italcraft, e le strutture ivi esistenti, per la loro enorme estensione e localizzazione, rappresentano una risorsa nazionale e regionale indispensabile alla conservazione e allo sviluppo dell’intera economia del comparto. Per la sua naturale vocazione, infatti, risulta, la più idonea allo svolgimento su ampia scala di attività di formazione, progettazione, costruzione, e manutenzione di imbarcazioni da diporto, da pesca e militari di medie e grandi dimensioni.
Ciò comporta che una qualsivoglia mutazione della destinazione urbanistica, magari pretesa da un eventuale acquirente dal fallimento intenzionato ad attività diverse da quelle tradizionalmente e storicamente ivi svolte, finirebbe, all’evidenza, per infliggere alla nostra realtà un ulteriore gravissimo danno geo-economico.

Basti pensare alle innumerevoli imprese del nostro territorio – tra le tante i Cantieri Navali Fortunato, i Cantieri Navali Parente, i Cantieri Navali Poseidon, I Cantieri Navali Giomar, i Cantieri Navali del Golfo, la Tecnoresina, la Fabbrica Formiana Fiberglass, i Cantieri Navali Marycraft, Cantieri Navali Di Paola, Centro Nautica – costituite, per l’appunto, da ex dipendenti dell’Italcraft formati all’interno di quel cantiere – e ancora all’ “esercito” di imprese artigiane di tappezzieri, elettricisti, meccanici, resinatori, maestri d’ascia, carpentieri, ebanisti, verniciatori, ed altro ancora, che pure ne sono derivate, e che hanno nel tempo operato su commissione dell’Italcraft.
Per le esposte ragioni, si invitano le Istituzioni ed Enti in indirizzo a voler con sollecita urgenza convocare un tavolo di concertazione con gli operatori del settore e le loro rappresentanze sindacali e imprenditoriali, al fine di adottare gli strumenti amministrativi ed operativi più efficaci a scongiurare che, all’esito della vendita bandita dalla curatela fallimentare, possano compiersi attività e scelte in grado di ledere la già critica economia del comparto.

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