La seria preoccupazione che ha invaso gli operatori del settore nasce dalla circostanza che il bando pubblicato dalla curatela non delinea con precisione i vincoli derivanti dalla destinazione urbanistica dell’area demaniale interessata in modo da precludere l’acquisto dell’azienda da parte di soggetti interessati allo svolgimento in loco di attività economiche estranee a quelle compatibili con la destinazione alla cantieristica e alla nautica.
In un periodo di crisi epocale quale l’attuale risulta, infatti, assolutamente necessario compiere ogni sforzo per salvaguardare e proteggere figure professionali qualificate e maestranze preziose per il futuro dell’economia del nostro territorio, che, come noto, vanta una vocazione ultramillenaria nei succitati settori produttivi.
L’area interessata dall’Italcraft, e le strutture ivi esistenti, per la loro enorme estensione e localizzazione, rappresentano una risorsa nazionale e regionale indispensabile alla conservazione e allo sviluppo dell’intera economia del comparto. Per la sua naturale vocazione, infatti, risulta, la più idonea allo svolgimento su ampia scala di attività di formazione, progettazione, costruzione, e manutenzione di imbarcazioni da diporto, da pesca e militari di medie e grandi dimensioni.
Ciò comporta che una qualsivoglia mutazione della destinazione urbanistica, magari pretesa da un eventuale acquirente dal fallimento intenzionato ad attività diverse da quelle tradizionalmente e storicamente ivi svolte, finirebbe, all’evidenza, per infliggere alla nostra realtà un ulteriore gravissimo danno geo-economico.
Basti pensare alle innumerevoli imprese del nostro territorio – tra le tante i Cantieri Navali Fortunato, i Cantieri Navali Parente, i Cantieri Navali Poseidon, I Cantieri Navali Giomar, i Cantieri Navali del Golfo, la Tecnoresina, la Fabbrica Formiana Fiberglass, i Cantieri Navali Marycraft, Cantieri Navali Di Paola, Centro Nautica – costituite, per l’appunto, da ex dipendenti dell’Italcraft formati all’interno di quel cantiere – e ancora all’ “esercito” di imprese artigiane di tappezzieri, elettricisti, meccanici, resinatori, maestri d’ascia, carpentieri, ebanisti, verniciatori, ed altro ancora, che pure ne sono derivate, e che hanno nel tempo operato su commissione dell’Italcraft.
Per le esposte ragioni, si invitano le Istituzioni ed Enti in indirizzo a voler con sollecita urgenza convocare un tavolo di concertazione con gli operatori del settore e le loro rappresentanze sindacali e imprenditoriali, al fine di adottare gli strumenti amministrativi ed operativi più efficaci a scongiurare che, all’esito della vendita bandita dalla curatela fallimentare, possano compiersi attività e scelte in grado di ledere la già critica economia del comparto.
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