Gaeta, viaggio nella scuola del mare che dà lavoro al 100% dei suoi allievi
Pronti? Si salpa: 25 ammessi su 300 domande, 1.500 ore in aula, 12 mesi di imbarco. Ma soprattutto, previsione di impiego al 100% e stipendi di partenza che viaggiano dai 1000 euro in su. L’eccezione dell’Its Fondazione Giovanni Caboto, la Scuola superiore di tecnologia per il mare di Gaeta (Latina), sta nei numeri registrati al via del suo ultimo corso 2014-2016. Dal 2011 ad oggi, tutti gli allievi cresciuti dalla Fondazione hanno trovato impiego subito dopo il diploma. Contratto di imbarco o in ufficio, retribuzione certa, scatti di carriera che emergono fin dai primi di anni di navigazione sulle realtà armatoriali convenzionate con l’Its. La base resta a Gaeta, roccaforte che vanta un istituto nautico con 160 anni di storia, laboratori high tech e un aggiornamento continuo nella formazione. Il futuro è ovunque: dai colossi in rotta su America e Asia a posizioni di responsabilità a terra, a seconda della specializzazione indicata dopo uno scoglio selettivo che fa accedere alla scuola – stando alle ultime ammissioni – meno di un candidato su 10.
Il bilancio nel 2014: 30 assunzioni su 30 diplomati
La soglia record del 100% è equivalsa, nel solo 2014, a 30 contratti per 30 diplomati: 20 come tecnici superiori di conduzione del mezzo navale (coperta) e 10 come tecnici nella gestione apparati e interni di bordo (macchine). Ma è l’intero tragitto che stabilisce l’eccellenza dell’istituto, “fucina d’avanguardia” collaudata nella partnership tra didattica ed aziende, ore di lezione ed esperienze a bordo. Gli allievi si formano sui libri, con discipline che vanno dal diritto, alla fisica, all’inglese. Il test che ultima la scrematura sono i 12 mesi di navigazione, quanto basta a valutare ed essere valutati sulla propria idoneità professionale. Se la risposta è sì, c’è una lettera di assunzione che può essere scartata il giorno stesso del diploma.
Il presidente: così si accompagnano i giovani nel mondo del lavoro
Non proprio la routine, in un paese che soffre lo scarto tra formazione e richieste effettive del mercato del lavoro. Come si realizza il suo esatto opposto? Secondo Cesare d’Amico, presidente della Fondazione Giovanni Caboto, «il cosiddetto matching di domanda e offerta si costruisce perché viene tutto accuratamente preparato dalle aziende: già in fase di selezione, le società valutano quali sono le necessità effettive. Insomma, si ammette il numero di allievi che potrà poi essere impiegato a bordo delle navi». Insomma, nient’altro che una «correlazione tra la componente didattica e le aziende, per accompagnare i giovani nel mondo del lavoro. Dopo una selezione piuttosto severa i ragazzi già sanno che, insieme al diploma, troveranno il loro primo impiego a bordo delle navi. Ed è sempre in fase di selezione che le varie aziende scelgono i ragazzi, che poi seguono con un’attenta e costante attività di tutorship».
Studio, diploma, lavoro. La sequenza è sempre più rara, in un’Italia con un tasso di disoccupazione giovanile che ha appena sfiorato il 44%. Un altro – storico – l’Its del mare, l’Accademia della marina mercantile per la mobilità sostenibile di Genova, vanta un tasso di assunzioni del 100%. Ma il modello si può riprodurre su terreni diversi? «Obiettivamente ci sono già altri Its con un grado di correlazione molto stretto tra componente didattica e ruolo delle aziende – spiega d’Amico – Il nostro modello è replicabile nella misura in cui “Its” non si limita ad essere espressione di una formula didattica: ci deve essere l’accompagnamento di un’azienda che promuove l’Its e dà seguito al proprio impegno di dar spazio ai ragazzi tra le sue fila».
Ragazze a bordo: crescono gli allievi donna
A proposito di ragazzi: è vero che le professioni marittime sono (solo) maschili? Il pendolo è ancora sbilanciato sugli uomini, ma le donne rispondono all’appello dell’Its di Gaeta con quattro diplomate nel 2014 e tre allieve in corso. L’ultima per ammissione, Maria Grazia Russo, ha 28 anni e un curriculum diverso da quelli più tradizionali: maturità scientifica a Catania, laurea in psicologia, varie esperienze lavorative. Poi la folgorazione per il mare: «Mi sono avvicinata a questo mondo per caso. Ho lavorato in una compagnia di animazione, come hostess, e da lì è nata la passione. Ho fatto i sei mesi di corso di allineamento e una serie di avvenimenti mi ha portato a tentare». Tentativo non facile: 25 ammessi su 300 domande, uno sbarramento da college d’eccellenza. Le ragazze iniziano a “salpare” nelle carriere marittime? «Non ancora, diciamo che la percentuale è ancora molto bassa. Io considero un privilegio portare avanti la categoria. Magari si avvicineranno altre donne a questa professione».
fonte: ilsole24ore