Un’altra piena ha inondato il Santuario della Montagna Spaccata. Domenica pomeriggio, intorno alle 15, si è ripetuta l’onda di piena che è stata ancora più violenta di quella che si è registrata il 15 settembre. Per fortuna i visitatori sono riusciti in tempo e mettersi in salvo, riparandosi nella cappella del Santuario e adiacenze. «Come fate ci ha chiesto una signora, racconta il Rettore del Pime quando capita questo disastro?». «Non sappiamo che cosa rispondere. Sono anni ormai che denunziamo la cosa ai responsabili: Ente Parco, Demanio e Amministrazione comunale di Gaeta. Purtroppo tutti fanno orecchi da mercante. Eppure si potrebbe rimediare a tutto questo. Provvigioni se ne spendono scandalosamente per servizi inutili e opere come la riparazione dei muraglioni che non servono a nessuno, che durano da anni…». I padri del Santuario si sentono davvero abbandonati da tutti eppure il problema c’è ma sembra che non interessi a nessuno risolverlo; eppure si tratta di una questione di sicurezza in quanto un’altra ondata potrebbe danneggiare la struttura e mettere in pericolo l’incolumità di chi si trova all’interno del Santuario in quel momento. E si tratta anche di un Santuario molto visitato per il suo altro valore e significato religioso che attira numerosi fedeli da tutto il mondo. «Ma non ci si può fermare qui aggiunge il Rettore. Consulteremo i nostri rappresentanti legali e faremo un esposto alla Procura della Repubblica, denuncia che non si può più rimandare». Come accennato solo due settimane fasi è verificato un episodio analogo. A causa delle forti piogge il fango è sceso giù dal costone e si è depositato nell’area antistante il sagrato, tanto da impedire quasi l’accesso in chiesa. Infatti di lì a poco si sarebbe dovuto celebrare un matrimonio e i padri missionari sono riusciti a liberare il passaggio grazie all’aiuto di amici. Il Santuario che sorge su un pendio del Parco non è la prima volta che viene interessato da un simile episodio. Più di un decennio fa vennero eseguiti dei lavori di manutenzione della costa ma a quanto pare non vennero realizzati dei canali di scolo che impedissero all’acqua e al fango di scendere a valle in direzione del Santuario. Il problema è vecchio e risale al lontano 2000 quando l’ente parco «spese la bellezza di 800 milioni di lire presi dai fondi del Giubileo. Fecero dei lavori alle polveriere ed altro ancora. Sistemarono la parte alta della strada e non hanno mai provveduto a creare degli scoli laterale per il deflusso delle acque, motivo per cui scende tutto a valle.
fonte: latina-oggi