E’ giunta alla sua nona edizione la Rievocazione di Gelasio II papa gaetano, una manifestazione che si propone di tenere viva la memoria di Giovanni Caetani detto Coniulo, papa dal 24 gennaio 1018 al 29 gennaio 1019, allorchè la morte lo colse a Cluny, nella cui Abbazia è tuttora sepolto, dopo un attacco di pleurite. Il programma di oggi prevede, alle ore 15,00, la partenza, dall’altezza del caffè Cavour, con arrivo alla chiesa di san Giovanni a mare, del corteo storico medioevale. I figuranti sono i componenti dell’associazione Araldica del contado di Aquino, del gruppo Medievale di Itri e del gruppo “La Triade” di Gaeta. Alle ore, 16, nella restaurata chiesa di San Giovanni a mare, dopo il saluto del sindaco di Gaeta, Cosmo Mitrano, l’arch. Marisa de’ Spagnolis, già direttrice, tra l’altro, del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, terrà la relazione sul “Patrimonio archeologico della riviera di Ulisse”. Alle ore 18,00, ci sarà l’ingresso dalla Porta Santa della basilica cattedrale per il Giubileo “Misericordia vulnus”, dei Lavoratori Cristiani con accensione della lampada votiva offerta dall’Unione dei Produttori dell’Oliva di Gaeta (UPOG). Seguirà la celebrazione della Santa Messa in memoria di Gelasio II, papa beato, con il coro della cattedrale di Gaeta, alla presenza degli ordini dei Cavalieri del Santo Sepolcro, degli Ospedalieri (di Malta, n.d.r.), e dei Templari. Nella relazione della dott. De’ Spagnolis, troverà posto anche la ricostruzione del profilo biografico del primo pontefice eletto, all’unanimità il 24 gennaio 1018 in un conclave (“cum clave”, incontro tenuto in un luogo chiuso a chiave). L’elezione del 161° papa della storia della Chiesa, infatti, venne ferocemente osteggiata dai sostenitori della superiorità del potere imperiale su quello ecclesiale: si era nel pieno della lotta per le investiture e la riunione dei cardinali elettori si tenne in una località tenuta segreta, per paura di rappresaglie dei filoimperiali, e chiusa a chiave. Il più acerrimo oppositore del pontefice di Gaeta, dove era nato il 1060, fu, infatti, Cencio, esponente della famiglia Frangipane che mise in atto un atteggiamento ferocemente ostile. Cencio, infatti, arrivò a sequestrare il pontefice, a pestarlo a sangue, mentre i cardinali venivano uccisi ea imprigionarlo in una torre, prima che una sollevazione spontanea dei Romani lo facesse tornare libero. Questo clima di impossibile convivenza fece prendere la decisione a Gelasio II di cercare un rifugio in Francia presso l’Abbazia di Cluny dove la morte lo colse dopo un anno e 5 giorni di pontificato.
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