Di Gabriella Gelso.
Nel pomeriggio di martedì 28 novembre 2017, Gaeta, ha avuto l’onore di ospitare il Rabbino Capo Dott. Riccardo Di Segni, il quale si è recato inizialmente nei pressi della Porta Carlo V, dove è stata svolta una breve cerimonia per la posa di una targa commemorativa, impiantata di fianco al monumento dedicato ai Sommergibilisti.
L’omaggio, ricorda l’imbarco verso Israele, nell’immediato dopoguerra, di tremila ebrei, dell’amicizia fraterna con i gaetani, che resero possibile quei viaggi, in un doloroso momento della storia del novecento, ovvero la deportazione ad opera dei nazisti del popolo Ebreo. Al fianco di De Segni era presente il Sindaco Cosmo Mitrano, che, emozionatissimo, ha preso per primo la parola: “In questo momento di grande emozione, mi rivolgo a lei e agli illustri rappresentanti della comunità ebraica. Sin da quando mi sono insediato, la città di Gaeta, celebra la ricorrenza della Shoah, consegnando targhe della memoria ai nostri concittadini deportati ed internati nel lager nazisti. Lo facciamo nel corso di una cerimonia celebrativa nel Palazzo Comunale, alla presenza di un’ampia rappresentanza di alunni degli istituti comprensivi e superiori che saranno la futura classe dirigente che dovranno portare avanti determinati valori. Un’ occasione per parlare di valori di civiltà, allo scopo di aiutare gli studenti a salvaguardare l’eredità lasciataci da coloro che reagirono alle barbarie della violenza ed a lottare con le armi della ragione”. In seguito, evidenzia il grande rispetto, che si è creato negli anni tra la comunità ebraica e quella gaetana, e legge alcuni cenni storici, riportati in un libro di Don Paolo Capobianco, dove si narra di come i cittadini della penisola sud pontina, abbiamo aiutato gli ebrei a sopravvivere e a ritornare in patria, durante quella pagina nera della storia. Infatti alcuni marinari misero a disposizione le loro conoscenze marinaresche per formare gli ebrei tanto che molti di loro entrando a far parte degli equipaggi delle imbarcazioni: tali conoscenze consentirono loro il ritorno via mare, nella terra dei loro avi.
In seguito ha preso la parola il Rabbino Di Segni, che ha ringraziato il primo cittadino del benvenuto ricevuto e le autorità civili e militari intervenute, insieme al Vescovo Mons. Luigi Vari, per aver preso parte a questa giornata particolare. Ha proseguito, poi, affermando: “La pagina importante che è stata ricordata è quella degli imbarchi clandestini, che avvenivano da queste rive, con la complicità di un’intera fascia di specialisti, che lavoravano a riassettare vecchie carrette e di personale specializzato che poi formava gli equipaggi in questa straordinaria avventura umana.” Egli si augura che non vengano messe, nuovamente alla prova, le nostre popolazioni in situazioni così forti. Al termine del discorso, viene inaugurata la lastra in marmo in onore di queste gesta di altruismo che uniranno per sempre sotto una fratellanza il popolo sud pontino e quella israelita.
La visita è proseguita, presso il Salone parrocchiale della comunità di Santo Stefano, dove si è tenuta una conferenza. A parteciparvi oltre a De Segni, vi sono stati anche il primo cittadino, l’Arcivescovo di Gaeta Mons. Luigi Vari e il parroco della suddetta parrocchia Don Stefano Castaldi.
Dopo che il Sindaco ha rinnovato il benvenuto da parte della città di Gaeta, esprimendo tutto l’orgoglio per questa solida unione, Mons Luigi Vari, esprime la sua gioia: “Sono particolarmente emozionato di vivere questo momento, un po’ per l’amore della cultura e della religione ebraica, un po’ per via di tutte le cose che noi sappiamo e abbiamo arricchito attraverso personaggi come Giovanni Paolo II ed altri”.
Anche Don Stefano, sacerdote della diocesi ospitante, si rivela essere soddisfatto per la riuscita di tale avvenimento, rimandato più volte. Il Rabbino Capo, in tale circostanza è stato chiamato ad affrontare il tema del “Patto”, una modalità di accordo fra più persone, ma la storia della Bibbia riporta anche casi in cui ciò e avvenuto, fra Dio e l’uomo. Questo tipo di accordo unisce due o più persone, che si impegnano a rispettare le loro promesse. Questa toccante giornata è terminata con un’altra sorpresa, ovvero, una placca, sistemata su una parete della sala in ricordo di questo importante avvenimento.
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