E’ con immensa gioia che il Parroco della chiesa di Maria SS. di Porto Salvo don Giuseppe Rosoni annuncia un evento di grazia che si svolgerà domenica 26 giugno quello del ritorno dal restauro delle statue dei Santi Medici Cosma e Damiano durato circa quattro mesi.L’evento inizierà alle ore 18 con l’accoglienza delle sacre immagini nella chiesa di San Cosma vecchio già sede parrocchiale fino all’ultimo conflitto mondiale,poi si snoderà una processione percorrendo via indipendenza uscendo da calegna ,via lungomare caboto passando x villa delle sirene e rientrare in via indipendenza fino alla chiesa di Porto Salvo attuale sede parrocchiale dove verranno ricollocate nella cappella a loro dedicata e a seguirà sarà celebrata la Santa Messa.
Fino al 1837 la devozione ai Santi Medici si sviluppava attorno alla preziosa pala dell’altare maggiore della veneranda Chiesa dei S.S. Cosma e Damiano nel borgo vecchio, che raffigurava i Santi nell’atto di pregare la Madre di Dio che aveva sulle ginocchia il Redentore del mondo per far piovere sul popolo devoto numerose le grazie del Cielo. Purtroppo nel giugno di quell’anno Gaeta fu colpita dalla terribile epidemia del colera che si era già diffuso nei paesi limitrofi. Nell’ambito della parrocchia dei Santi Cosma e Damiano, la prima vittima di tale flagello fu una giovane donna di 36 anni, coniugata, che pagò con la vita il contagio il giorno 15 giugno 1837. Da allora e per tre mesi circa morirono sempre nell’ambito dei confini parrocchiali, circa 258 persone di cui 69 di età inferiore a 10 anni.
Furono molteplici le folle che in quel periodo si prostrarono ai piedi del quadro dell’altare maggiore della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad invocare i cari Santi affinchè liberassero le proprie case e le proprie contrade dal terribile flagello. Tracoloro che chiesero tale grazia vi fu il fisico e medico D. Raffaele Albani, residente nel Palazzo omonimo poco distante dalla sede parrocchiale.
Il colera cessò nel settembre 1837, proprio nel mese dedicato alla commemorazione dei Santi Medici. Durante la festa dell’anno successivo, 1838, fecero la comparsa per la prima volta in chiesa le statue che ancora oggi si venerano, trasportate dai servitori di D. Albani che le aveva commissionate e pagate a proprie spese in ringraziamento per la fine della terribile epidemia l’anno precedente. Da tutti furono giudicate bellessime perché raffiguravano due giovanetti vestiti all’usanza degli antichi popolani del tempo con calzoni corti colorati e con giubbetto pure colorati, nell’estasi della preghiera, in atto di ottenere da Dio la liberazione dal terribile flagello del colera. Purtroppo, dopo i festeggiamenti, le statue ritornarono nel Palazzo Albani e lì custodite nella cappella di famiglia fino al 1849 quando dopo la festa del 27 settembre, fuono definitivamente donate alla parrocchia con l’obbligo però che ogni anno, al passaggio della solenne processione,iI simulacri dei Santi Medici dovevano sostare all’ingresso principale del palazzo per impartire una particolare benedizione sulla famiglia Albani; ancora oggi dopo tanti anni, è consuetudine sostare al palazzo Albani durante la processione in ricordo del fisico Albani definito dal compianto Mons. Giovanni De Vellis “munifico benefattore della parrocchia che alla chiesa ha lasciato quale pegno della sua devozione un monumento di fede, di amore e di riconoscenza a Dio”.
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