Quando si interviene sull’urbanistica di una città, bisogna considerare diversi aspetti: la viabilità, la storia, la cultura e il benessere dei cittadini e dei residenti.
L’intervento che si sta compiendo sui due centri storici di Gaeta appare inspiegabilmente privo del rispetto che un ambiente così importante merita: sia nel caso dei lavori su via Buonomo che in quelli presso piazza Risorgimento (area del Circolo Tennis) sono messe in atto opere superficiali ed affrettate, che non hanno dato spazio a nessun approfondimento o condivisione delle scelte operate, scelte che cancellano la storia e modificano la viabilità, incidendo quindi sia sugli aspetti naturali e culturali che su quelli di utilità e vivibilità del territorio.
Secondo la Convenzione Europea del Paesaggio esso designa una parte di territorio “così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere risulta dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Questa definizione è particolarmente importante perché spiega che il paesaggio non è semplicemente il territorio che abbiamo intorno, ma trae senso dalle relazioni tra uomo e ambiente, e dai significati che tutto questo assume per noi. Il paesaggio viene costruito dai valori che governano la società, dalla storia che su quel paesaggio si dispiega: è quindi specchio di tutte le relazioni che il territorio ha ospitato.
Costituisce l’identità di una comunità.
Perciò è necessario agire sul paesaggio considerando queste relazioni, questa identità e il benessere di tutti i protagonisti di essa, uomini e ambiente, storia e natura, come la stessa Unione Europea invita a fare.
Quello che sorprende è che, nel caso dei lavori che si stanno facendo a Gaeta e che abbiamo indicato all’inizio della nostra nota, gli elementi naturali sono cancellati e strappati via con grande superficialità, così come le caratteristiche architettoniche o storiche, come le pavimentazioni originarie e l’aspetto culturale del luogo. E tutto questo non in funzione di una maggiore efficacia, di un intervento che migliori la vita dei cittadini, ma addirittura spesso peggiorandola, ad esempio con il restringimento delle carreggiate che impedisce la sosta e diminuisce le capacità di parcheggio, creando difficoltà a chi vive nel quartiere o a chi lavora nella zona, come ai tanti negozianti del centro commerciale “naturale” di via Indipendenza.
Tutto questo, infine, avviene anche al di fuori della verifica di quanto previsto dalla normativa in materia: ad esempio la verifica di quanto previsto nel PUT (Piano Urbanistico Traffico), che ci domandiamo se esista o e se sia stato aggiornato, in quanto è passato solo in Giunta (2016) e non in Consiglio Comunale; gli interventi risultano privi di VAS (Valutazione Ambientale Stategica), che prevede anche come obbligatoria per legge la fase consultiva dei cittadini per le modifiche urbanistiche.
Secondo la normativa, invece, il cittadino deve essere coinvolto, anche attraverso la Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) dei singoli progetti: mancando tutto ciò si resta disorientati, si sente la mancanza di trasparenza e chiarezza e di partecipazione alle scelte e modifiche così importanti del nostro paesaggio, cuore della comunità.
E’ stata una sconfitta per tutti vedere gli alberi, nati insieme alla storia di via Buonomo, fatti a pezzi e non integrati nel nuovo progetto: una sconfitta per l’intera città. La stessa sconfitta è aver trasformato una piazza storica come piazza Mazzoccolo con lo stravolgimento dei suoi limiti, della tipologia della pavimentazione in pietra calcarea, della sua tessitura , del suo cromatismo che contribuivano e rafforzavano la continuità, attraverso i vicoli, con via Indipendenza e con la sua storia.
Inoltre, questa nuova percezione dello spazio, in cui le stratificazioni del passato vengono semplicemente cancellate, non è solo priva di identità ma anche di comodità, visto che non è più possibile né la sosta né il parcheggio in molti casi, vista la nuova linea dell’enorme marciapiede. Una riqualificazione di una piazza per quanto innovativa, con scelte unilaterali, non può trasformarsi in una demolizione del paesaggio storico e verdeggiante che è in equilibro spaziale con il luogo e caratterizza l’ambiente. In merito la legge numero 10 del 14 1/2013 prescrive diverse norme a salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberature di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale storico e culturale.
Infine, ricordiamo che la Comunità Europea nell’ambito dell’Agenda Natura 2000 ha dichiarato la Costa tra Gaeta e Sperlonga come Sito di Importanza Comunitaria e Zona a Protezione Speciale: vista l’assenza di persone e luoghi di confronto di idee e proposte, questo per i nostri centri storici è un grido di allarme che tutti dobbiamo recepire.
Nota stampa Gaeta Comunità di Valore
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