Il bilancio è l’atto amministrativo più importante per un comune, tant’è che, se non approvato, rappresenta titolo valido per lo scioglimento del consiglio comunale. Esso non può essere avulso dal contesto socio-economico della città. Cioè non c’è un bilancio buono per tutte le stagioni. Mi sarei aspettato nel DUP un’analisi più estesa della realtà di Gaeta.
Gaeta è una città mediamente ricca (Fonte MEF, dati IRPEF 2015), seconda solo a Latina in provincia. Ma la media non racconta di un 33,6% dei contribuenti che dichiara un reddito medio di 360 euro al mese e un altro 12,2% di 1000 euro al mese.
Questo significa che un terzo della popolazione vive in gravissime condizioni di sofferenza ed un altro 12,2% (ben 1726 contribuenti) vive in difficoltà economiche. E il fenomeno non è evidente perché ai cittadini di Gaeta – per pudore o per dignità – non piace mettere in piazza le loro difficoltà. Tutto ciò significa che il benessere non è diffuso e che la forbice sociale è molto ampia.
A tutto questo l’Amministrazione di centro destra “targata Mitrano” risponde con una politica di alta tassazione locale e una pressione tributaria destinata ad aumentare ancora, come chiaramente evidenziato nel DUP. E siccome il gettito tributario ricade su un numero di contribuenti che ogni anno si assottiglia – dal 2012 al 2015 Gaeta ha perso circa 400 contribuenti –se la spesa corrente rimane costante, quelli che restano dovranno accollarsi una tassazione sempre più elevata.
A questo quadro preoccupante le risposte date dalla politica di Mitrano sono deludenti.
In una recente intervista, al giornalista che gli chiedeva quali fossero gli obiettivi per i prossimi 5 anni, Mitrano dichiarava addirittura: “welfare, welfare, welfare!”. Mitrano è un coraggioso, perché ci vuole davvero coraggio ad affermare tutto ciò. Nel 2016 per le politiche sociali e per la famiglia si prevedeva di destinare il 13,1% di tutte le spese correnti. Tale percentuale è poi scesa al 9,8% nell’assestato 2016. Nel 2017 sono previste ancora meno risorse per quel capitolo, ben 700mila euro in meno del 2016, e negli anni successivi ancora di meno. Tutto questo contrasta con il disagio diffuso che si avverte in città. Alla faccia di chi sostiene che l’amministrazione Mitrano è attenta al sociale.
Eppure per l’annualità 2016 la spesa corrente è stata stimata in 38 milioni di euro (solo nel 2016!) quandonegliultimiesercizièstatatendenzialmentedell’ordinedei30milionidieurocirca. Perché? Cosa è successo proprio e soltanto nel 2016? La nota integrativa al bilancio non reca alcuna giustificazione; tanto meno i revisori hanno osato eccepire l’anomalo dato. La “miniera” che pare abbia trovato il Comune per giustificare una tale anomala spesa sono le Entrate, e in particolare quelle Extratributarie, storicamente sempre nell’ordine di 10/11 milioni all’anno. Solo nel 2016 sono state stimate in quasi 19 milioni. Ma poi, le previsioni riportate nel DUP per le annualità 2017 (11,5 milioni), 2018 (12 milioni) e 2019 (12 milioni) indicano che la magia è terminata.
Se la spesa corrente nel 2016 fosse veramente stata di 38 milioni, nel caso non si registrassero pari entrate correnti, si verificherebbe un buco milionario. E il fatto che nel 2016 non si registreranno entrate correnti per 38 milioni è probabilissimo, perché testimoniato da trend storici annuali. Dell’anomalia del dato ne dovranno rispondere la Dirigente e l’assessore-sindaco, e non solo in Consiglio Comunale.
Dunque attenzione al sociale no, manco a parlarne, ma le opere pubbliche sono una passione! Nel Piano Triennale, con i fondi di bilancio del 2017, si prevede di finanziare una pista ciclabile a S. Agostino, quando il suo assetto è oggetto di studio dal parte dell’equipe incaricata per la redazione del nuovo PRG, peraltro col rischio di fare un’altra improbabile pista ciclabile. E ancora, è previsto un intervento privato per 5 milioni di euro nell’area dei Cappuccini.
Non è bastato privatizzare la Caserma Cosenz, tentato di fare altrettanto con la Gran Guardia, adesso si vuole mettere mano pure ai Cappuccini? Ma allora è un vizio!
Mitrano continua a parlare di condivisione delle scelte amministrative e di trasparenza. Ma come si può parlare di trasparenza quando è stata scarsa la pubblicità del bilancio (altro che bilancio partecipato, come vorrebbe lo Statuto!), scarsa l’attendibilità delle poste contabili, con particolare riferimento alla riscossione dei residui attivi, e scarso il tempo lasciato ai consiglieri per approfondire il documento contabile. Ma forse è proprio questo che si vuole: meno si capisce e meglio è per chi manovra. Bell’esempio di democrazia partecipativa! Alla faccia di chi vuol far credere – per sua convenienza politica (leggasi Rosato) – che Mitrano ha atteggiamenti di apertura e di condivisione e che perciò va sostenuto.
Il bilancio è lo strumento con cui si intende dare un indirizzo alla città. Al centro bisogna mettere le persone e i loro bisogni, non gli appalti e le privatizzazioni degli immobili pubblici, di cui conosciamo bene la passione smodata del Sindaco Mitrano e della sua amministrazione di centro destra. Mettere al centro l’individuo significa capirne le esigenze, cercare di alleviare i bisogni e restituire quello che si è chiesto di più.
Questo bilancio è invece un insulto ai cittadini di Gaeta.
Comunicato Stampa
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