I clamorosi sviluppi delle indagini concluse nel mese di ottobre 2015 dalla Guardia di Finanza di Formia in collaborazione con la Polizia locale di Gaeta, hanno consegnato agli onori della cronaca giudiziaria una desolante vicenda di plurimi abusi edilizi compiuti sull’area demaniale del litorale di Serapo, ove insiste il lido balneare “Stabilimento Militare”.
La vicenda, di per sé già deplorevole in ragione dei nefasti effetti su quello che è considerato il più bel tratto di arenile di Gaeta, continua a rivelarci nuovi e interessanti risvolti, talchè il caso si arricchisce di altri particolari che qualificano gli adempiuti ABUSI edilizi non già come ordinario malcostume a danno dell’ambiente, avendo le esperite indagini inconfutabilmente accertato che l’autore del misfatto potenzialmente si identifica finanche con un Ente del Ministero della Difesa e, come tale pubblica amministrazione, che di fatto detiene quell’area demaniale in concessione.
A tutto ciò si aggiunge l’anomalo comportamento della locale Capitaneria di Porto che, quantunque informata circa il compiuto e plurimo reato edilizio su un’area di demanio marittima sottoposta a sua vigilanza, inspiegabilmente continua a mantenere una posizione defilata, tant’è l’assenza di suoi provvedimenti autoritativi di decadenza della stessa concessione, benchè atti ineludibili in ragione degli accertati illeciti, così come previsti all’art. 47 del Codice della Navigazione.
La certezza che l’adita Autorità marittima sia a conoscenza dei fatti, si rinviene in una corrispondenza alla stessa inoltrata da parte del Comune di Gaeta in data 7 dicembre 2015, quale comunicazione necessaria all’adozione dei provvedimenti di cui agli artt. 27 e 28 del D.P.R. 380/01, così come individuati dal Dirigente del Dipartimento Riqualificazione Urbana del prefato Ente locale.
Nonostante la manifestata esigenza di riscontro alla formulata richiesta, ad oggi, si rileva assoluta CALMA PIATTA, volendo metaforicamente rinviare ad una terminologia di avviso ai naviganti.
Tra l’altro, la citata missiva registra l’interpello anche di altre Amministrazioni dello Stato, ragion per cui l’adottato e complessivo silenzio è ben raffigurato nelle tre sagge scimmie giapponesi Mizaru, Kikazaru e Iwazaru, che danno rispettivamente corpo al proverbiale principio del “non vedere”, “non sentire” e “non parlare”.
Ebbene, se l’assenza di adeguate risposte dovesse perdurare, non vi è dubbio che la cittadinanza e il tessuto sano della società, sarebbero legittimati a configurare il perpetrato e plurimo reato di abusivismo edilizio all’interno del lido “Stabilimento Militare” di Gaeta, come logica conseguenza di una “vicenda sporca”, una delle tante consumate in questo territorio, dal momento in cui anche le istituzioni preposte alla repressione del malaffare, è come se avessero fatto quadrato per l’interesse di pochi a discapito di tutti.
Non potrebbe essere diversamente, altrimenti non si riuscirebbe a spiegare il motivo di un così ASSORDANTE SILENZIO da parte delle competenti Autorità, in specie marittime incaricate della vigilanza e conseguente repressione di illeciti sul demanio.
Comitato di Cittadinanza Attiva Gaeta
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