Originata dal mancato pagamento da parte del Comune dei canoni dovuti alla Ditta per il periodo 31 maggio 2008 – 31 agosto 2010, per un totale di 3.367.585 euro, cui però corrispondevano le penalità che, a sua volta, la Ditta affidataria doveva al Comune per inadempienze contrattuali insieme ad alcune somme non dovute che la stessa Ditta doveva restituire poiché le erano state erroneamente rimborsate (mezzi non sostituiti, attrezzature non fornite ecc.), “la transazione in questione – afferma il Primo Cittadino – presenta aspetti che vanno nella direzione opposta rispetto al Principio della buona amministrazione che, come affermano i giuristi, è il vero cardine della vita amministrativa e quindi condizione dello svolgimento ordinato della vita sociale. Esso stabilisce che l’attività della pubblica amministrazione, volta alla realizzazione dell’interesse pubblico, si conformi ai criteri dell’efficacia ed efficienza. Né efficacia né efficienza, ma solo superficialità ed incompetenza. Questo emerge dalle carte. Questa è la verità. E senza verità non c’è libertà e non c’è giustizia.
Prima di tutto però un mistero. Al momento della chiusura nel 2009 dell’isola ecologica di Lungomare Caboto per inagibilità, da parte della Polizia Provinciale, l’Amministrazione Raimondi non svolge i necessari lavori per consentire la riapertura in tempi brevi della stessa Isola. Perchè? Eppure era fattibilissimo e meno costoso, come ha dimostrato la nostra Amministrazione che in soli due mesi, nel luglio del 2012, affrontando una spesa di circa 140.000 euro ha riaperto l’Isola Ecologica.
La Giunta Raimondi , invece, decide stoltamente e in modo antieconomico, di chiedere alla Ditta il servizio suppletivo di trasporto dei rifiuti in discarica reso con mezzi extra capitolato, ovvero non previsti dal contratto, sostenendo inizialmente la spesa prima di 589.697 euro (somma che andava a coprire il servizio extra fino al mese di ottobre 2010, data della transazione), e dopo di 735.000 euro (ovvero 35.000 euro mensili dal 1° novembre 2010 fino alla scadenza del contratto e successive proroghe). Insomma Raimondi e la sua squadra, in barba ai più elementari principi di sana amministrazione, preferiscono spendere i soldi dei cittadini, svuotando le casse comunali. Scelta irragionevole ed incomprensibile. Un vero mistero.
Ma al peggio non c’è mai fondo: ecco che arriva la multa da 1.537.600 euro elevata dalla Polizia Provinciale per inadempienza ambientale nei confronti dell’Amministrazione Raimondi. “Multa – spiega l’Assessore all’Ambiente Alessandro Vona – causata dal colpevole mancato controllo sul servizio suppletivo di igiene urbana, poiché il “trasporto dei rifiuti solidi urbani raccolti nel Comune di Gaeta dalla ditta incaricata il quale veniva effettuato con mezzi accompagnati da una bolla di accompagnamento redatta su carta intestata del Comune di Gaeta. Gli stessi rifiuti venivano poi conferiti all’impianto di smaltimento non con lo stesso mezzo che aveva effettuato la raccolta, praticando così una forma di trasferenza dei rifiuti stessi, la quale per legge necessita di un formulario di identificazione. Tengo a ribadire che questa multa poteva e doveva essere evitata, bastava che gli amministratori raimondini svolgessero l’adeguato e necessario controllo sul servizio, che in una parola pensassero davvero al sano governo della città. E seppure tali amministratori avessero previsto in bilancio la somma necessaria al pagamento della suddetta multa, ciò non sminuisce affatto l’entità del danno arrecato alle tasche dei cittadini: resta comunque la realtà inequivocabile che si tratta di un assurdo esborso di denaro pubblico causato dalla loro totale incapacità ad amministrare la città”.
Comunicato Stampa
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