Un membro del Comitato Pontone di Gaeta scrive una missiva indirizzata al Sindaco Cosmo Mitrano.
Oggetto: tema, attinenze riguardanti avvenimenti riferiti al Comune di Gaeta
Signor Sindaco Cosmo Mitrano
P.zza XIX Maggio, 10 Gaeta
Apertis verbis:
io sottoscritto Gennaro Del Bove a seguito dei reportage pubblicati dal Giornale di Latina, l’ultimo riferito al comitato “Pontone” al quale ho acconsentito il 26.12.2014 u.s. , ed in riferimento alle diatribe connesse al la maratona di drammatici avvenimenti, ritengo intrinseco portare a conoscenza quanto di seguito è connesso e mi riguarda.
Premetto che all’età di 89 anni mi perito di accudire ancora il mio terreno agreste, foglio 1 part. n° 711 censito al catasto terreni del Comune di Gaeta zona Sant’Angelo (contrada Piroli), per il quale mi è pervenuta istanza di pagamento imposta I.C.I. dall’Ufficio tributi Comune di Gaeta in base a prolisse normative insulse ed egemoniche.
Al riguardo, eccepisco e ritengo di non essere tenuto a tale pretesa e ne chiedo la revoca perché questa proprietà è da definirsi “non edificabile” per i seguenti vari motivi (de iure condendo).
Propriamente, si porta a conoscenza quanto segue: al mio terreno in contrada Piroli vi si accede da Via Piroli dopo aver percorso 500 metri trasversali dalla statale Appia ed aver oltrepassato il torrente Pontone.
Inizialmente, a Sud è largo 10 metri, al Centro 48 metri e a Nord 20 metri.
A valle confina per tutta la lunghezza di 150 metri con il torrente Pontone, detto anche Rio d’Itri, che più volte è tracimato provocando danni enormi lungo tutto il suo percorso compreso il mio lembo anche se con limite terrazzato; la carenza di un ponte di attraversamento non permette di accedere alla mia e alle altrui proprietà per settimane; a monte confina con la cava della società Cardi S.r.l. Cave e movimenti di terra, sede in Itri, e che fin dall’anno 1984, quale acquirente, come da atto di compravendita con il sottoscritto si impegnava a sbancare terreno montuoso sovrastante il mio, ma, ad oggi non eseguito, quindi non utilizzabile.
In seguito, il sottoscritto, per le inosservanze e i danni relativi all’estrazione di materiale calcare della cava, fu costretto a fare un esposto-dencuncia al Comando Stazione Carabinieri di Gaeta in data 07.05.2003 (come da copia conforme).
Ne derivò dopo qualche giorno il sequestro dal NIPAF della cava con l’apposizione dei sigilli con ordinanza dell’SP Miliano con la definizione di “ferite aperte nell’ambiente naturale” (resoconto giornalistico).
Al riguardo, anche per ragioni di sicurezza ed avvertimenti sono significativi gli avvisi di pericoli messi in vista dalla ditta Cardi come da ripresa fotografica da me fatta e visualizzabile.
Inoltre, risulta disconosciuto che la zona non è supportata da alcuna utenza comunale e statale e che i pozzi artesiani in proprio sono una fonte di acque inquinate dalle impurità del torrente, lo stesso che causa morti e distruzioni.
In aggiunta, a poca distanza dalla mia area si possono ammirare i ruderi, edificati non molto tempo fa del nuovo cimitero di Gaeta, edificazione sospesa, forse per declassamento del luogo non adatto al culto degli avi; sempre nelle vicinanze vi sono le rovine di un tempio del dio indoeuropeo Mitra (radice del casato Mitrano!) che impartiva la sua religione agli aborigeni.
Si rende noto che sempre nell’anno 1984, come da documentazione, che con disposizione prefettizia della Provincia di Latina, fu concesso al Consorzio Industriale GAETA-FORMIA l’esproprio di una quota comprendente l’ingresso alla proprietà Del Bove in contrada San Giacomo di Gaeta (omonimo Sant’Angelo o Montuolo) per impianto stabilimento Industriale, ad oggi non avvenuto né disdetto.
Successivamente, in data 30.07.1998, mi pervenne un invito inconsueto dal Comune di Gaeta Ufficio Tributi, di pagamento Tassa smaltimento rifiuti, da potersi definire decreto-catenaccio, da me disconosciuto con dati di fatto e dimostrativi, sottaciuti e non contestati dall’istante.
Nondimeno, sempre per quanto riguarda i tributi sono sintomatiche tutte le riprovazioni sul caso I.C.I. espresse e portate a conoscenza a cominciare dal Ministro della Pubblica Amministrazione ed altri che riprovano l’operato di tutto il Consiglio Comunale di Gaeta, questo, forse a plausibile non conoscenza che ai sensi dell’art. 6 legge n.1150/42, ha l’obbligo giuridico di adeguare il piano regolatore alle prescrizioni P.T.P..
Altra asserzione del 26.10.2014 del Questore di Latina Giuseppe De Matteis è quella che i giornali definiscono “strane cose accadono in tutta la provincia di Latina” e in stessa data quella del Presidente della Regione Lazio il quale afferma “ uno dei problemi di questa Regione è stata la fragilità culturale del livello Regionale”.
N.B.:
Le continue asportazioni di terreno dovute alla tracimazione del torrente Pontone stanno inibendo le coltivazioni agricole, le poche ancora attive per rispettoso retaggio.
Il letto dello stesso è sepolto da milioni di metri cubi di residui vari di conglobamento da eliminare per tema di confluire fino al mare, deturpando le sponde, abiurando la balneazione ed il turismo.
Questi eventi continueranno a verificarsi stante che una enormità di terreni sono stati resi impermeabili da coperture di ogni specie di pavimentazione e manto stradale e pertanto vi è una copiosità di acque emergenti e un immane flusso di scoli da montagne e pendii, resi spogli dagli incendi, e che non vengono rimboschiti come nel decorso millennio e quando tutto andava a carbone.
Infine, paleso di poter esibire ulteriori documentazioni su altri eventi che confortano le mie esternazioni, i miei punti di vista e le spettanze proprie e comuni.
Per sommario, l’atmosfera locale è irrespirabile per il fetore di escrementi stallatici allo scoperto nelle vicinanze, ben individuabili.
Tanto contegnosamente sperando di essere compreso.
Del Bove Gennaro Gaeta, lì 13 Gennaio 2015
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