Lazio primo nel turismo marino. A Latina, nella filiera del blu, più imprese giovanili e femminili che nel resto d’Italia
Quasi 200mila imprese che incidono per il 3% sull’economia nazionale, producendo un valore aggiunto da 44,4 miliardi di euro. E’ questa la portata della blue economy in Italia, fotografata nel VI Rapporto sull’Economia del Mare presentato oggi a Gaeta (Lt) in occasione della 3a Giornata nazionale sulla risorsa mare, organizzata dalla Camera di commercio di Latina con la sua Azienda speciale, in collaborazione con Unioncamere nazionale e Unioncamere Lazio e il patrocinio del Comune di Gaeta.
Dal Rapporto emerge, inoltre, che se si considera anche il valore aggiunto “attivato”, stimato circa 81 miliardi di euro, l’incidenza sul totale del sistema produttivo è pari all’8,4%. Ogni euro prodotto dalla blue economy, in sostanza, ne attiva altri 1,8 sul resto dell’economia, grazie all’indotto. Ed è soprattutto nel comparto della cantieristica, grazie ai numeri dell’export, che ciò si verifica in modo più significativo: si esporta tanto e ovunque, amplificando la capacità di attivazione del mare sul resto dell’economia.
Il Rapporto, realizzato dall’ente camerale pontino con Unioncamere e con il contributo tecnico-scientifico di Si.Camera, ha preso in considerazione le aziende presenti nei Registri delle imprese delle Camere di commercio italiane al 31 dicembre 2016, e “ricomponendo” un macro settore dove il filo conduttore è, appunto, il mare. Ne emerge un tessuto imprenditoriale che traccia una dinamica in crescita, con un incremento di circa 14mila aziende negli ultimi 5 anni (+7,8%). Una forza lavoro che conta nella blue economy oltre 800mila occupati, pari al 3,5% dell’occupazione complessiva nazionale.
Se andiamo “in profondità” ad analizzare i settori del mare, spicca il turismo marino, che tra i servizi di alloggio e ristorazione più le attività sportive e ricreative, coinvolge oltre 110mila imprese, circa il 58% del totale della blue economy. Al secondo posto la filiera ittica, che include 34mila realtà imprenditoriali (17,8%), seguita dal settore della cantieristica con 27mila imprese, pari al 14,3% del totale.
Il territorio a più alto tasso di blue economy è la Liguria, dove l’incidenza sul totale dell’economia regionale è del 9,1%, quindi la Sardegna con il 5,7%. Sul podio anche il Lazio, con il 5,3%.
Ma se si guarda ai numeri del turismo marino, sul podio più alto a salire è proprio la Regione Lazio, con più della metà (52,5%) delle imprese dell’economia del mare che operano nei servizi di alloggio e ristorazione. E se a queste aggiungiamo quelle sportive e ricreative (19,5%), si copre ben il 72% delle aziende della filiera del blu laziale attive nel turismo marino.
Rispetto all’Italia, è qui che si concentrano il 22% delle imprese di questo comparto, il che significa che più di un quinto di tutte le attività turistiche legate al mare si trovano in territorio laziale.
A Latina le imprese della blue economy sono 3.623 (+3% rispetto al 2011), e tra le province occupa la 23ma posizione con un valore di incidenza sull’economia locale elevato e pari al 6,3%. Le imprese maggiormente coinvolte sono quelle dell’alloggio (44,8%), le sportive e ricreative (19,1%), dell’ittico (16%), della cantieristica (12%) e della movimentazione di merci e passeggeri via mare (5,5%).
La filiera blu in provincia di Latina attira particolarmente i giovani imprenditori e le imprenditrici. Rispetto alla media nazionale (9,8%), le imprese giovanili qui si attestano infatti al 10,5%. Lo stesso vale per quelle femminili, il 23,6% confronto al 20,9% nazionale.
Al Palazzo della Cultura “Giovanni Caboto”, per la presentazione del Rapporto, sono intervenuti oggi: Cosmo Mitrano, sindaco di Gaeta; Giancarlo Vinacci, assessore Sviluppo Economico del Comune di Genova; Mauro Zappia, Commissario straordinario Camera di commercio di Latina; Vincenzo Leone, direttore Marittimo del Lazio; Alessandro Rinaldi, dirigente Studi economici e statistici Si.Camera; Luciano Monti, docente di Politiche dell’Unione Europea LUISS Guido Carli;
Imprenditorialità, produzione e occupazione, a cui va ad aggiungersi la competitività in campo internazionale, perché l’export della cantieristica e quello del settore ittico, nel suo insieme, ha toccato in Italia nel 2016 quota 5 miliardi di euro, espandendosi di quasi un miliardo e mezzo nel giro di un solo anno. Numeri che mettono ben in evidenza la forza della blue economy e confermano l’importanza di iniziative come quella in corso a Gaeta fino al 21 ottobre, che prevede lo svolgimento di workshop tematici e incontri B2B tra imprese locali e buyers del food&beverage e della nautica provenienti da Canada, Grecia e Spagna.
“Il rapporto evidenzia alcuni dati molto interessanti di un settore che comprende diverse aree dell’economia, come la filiera ittica, la cantieristica, la portualità, il turismo e la cultura e dà un segnale di positività rispetto ai trend nazionali – ha detto il Commissario Zappia – Una crescita del comparto del 3%, dato che ritorna come segmento del Pil nazionale, dal momento che con le sue 800mila imprese in Italia, l’economia del mare rappresenta oltre 44 miliardi di euro di valore aggiunto. In questa classifica al primo posto figura la Liguria, seguita dalla Sardegna e dal Lazio. Dal rapporto, inoltre, si evince che nel Lazio tutti i settori dell’economia del mare sono in crescita. Si tratta di segnali positivi e speriamo che queste azioni di supporto promosse dal sistema camerale continuino a dare buoni frutti nei prossimi anni”.
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