Una grande serata, piena di energia, simpatia, ottima musica.
Ray Gelato ha confermato e superato ogni attesa, regalando al foltissimo pubblico uno spettacolo interessante sotto ogni punto di vista. La terrazza borbonica di Punta dello Stendardo, in via Bausan n.1 (ingresso via Pio IX), è stata la location ideale per il quarto appuntamento dell’incredibile edizione 2016 del Gaeta Jazz Festival. Una terrazza tra mare e rione storico S.Erasmo, tra passato e futuro, tra storia e avvenire.
Una terrazza che il Comando della Scuola Nautica della Guardia di Finanza ha reso disponibile a tutta una serie di eventi estivi anche per celebrare i 90 anni di presenza nella città di Gaeta. Grande collaborazione, insomma, tra Fiamme Gialle, Comune di Gaeta e associazione Armonia presieduta da Roberto Sasso per un Festival che ha cambiato formula e che, in una dozzina di giorni, vede ben dieci concerti live in varie zone cittadine. “Abbiamo voluto portare il jazz finanche su Corso Cavour – ha annunciato il sindaco Cosmo Mitrano salendo sul palco in apertura- perseguendo un triplice obiettivo: accendere i riflettori sulla bellezza del nostro litorale, richiamare un turismo di qualità e regalare ottima musica con artisti internazionali di spessore”.
E’ stato il caso di Ray Gelato che ha divertito, estasiato, commosso, scatenato la marea di persone accorse per ascoltarlo ed applaudirlo. “Grazie Gaeta” ha detto nel suo simpatico accento italo-inglese, presentando più volte i musicisti che lo accompagnavano e che avevano la sua stessa voglia di divertirsi divertendo: Edward Richardson appena venticinquenne alla batteria, Gunther Kurmaur al piano, Oliver Wilby al sax tenore, Andrew Rogers al trombone, Daniel Marsden alla tromba. Una miscela contagiosa di stili, lingue e finanche dialetti; musica e brani celebri; uno spettacolo dal ritmo incalzante e imprevedibile, omaggi alla tradizione italiana e partenopea. Instancabile, al sax, Ray Gelato è stato simpatico a tutti fin dalle prime battute, forte dei suoi “giganti” (The Giants) che lo capivano al volo e osavano tutto quello che poteva servire per tenere il pubblico attento e compiacente.
Un’armonia generale, insomma, come solo il Gaeta Jazz Festival sa creare. Ogni sera di più, ogni anno di più. E un ringraziamento doveroso va fatto a Fabio Sasso, direttore artistico di una rassegna che sta caratterizzando alla grande l’estate gaetana.
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