Le modalità di affidamento di alcuni servizi erogati da ditte scelte dal comune di Gaeta hanno contribuito a rendere precari alcuni settori economici e diminuito la tutela delle fasce più deboli.
Il senso di “comunità” e condivisione reciproca (già intaccato dalla pubblicazione non sempre tempestiva degli atti amministrativi sull’albo pretorio nonché dal nuovo regolamento voluto dall’amministrazione comunale che rende più difficile per i consiglieri eseguire l’accesso agli atti) è stato ulteriormente messo in discussione dalle continue proroghe che hanno caratterizzato il servizio della refezione scolastica nelle scuole dell’obbligo (e del centro diurno per disabili) e del trasporto scolastico
Nel primo caso si è andati avanti per quasi due anni con delibere recanti importi “sotto soglia”, divenute negli ultimi mesi addirittura mensili, prima di giudicare meritevole l’offerta della ditta EP di Roma a cui l’appalto è stato affidato ora in via temporanea.
Da quanto riportano gli organi di stampa tra le difficoltà che tenevano bloccata la commissione di gara (dal luglio 2015 fino a fine dicembre quando sono stati cambiati i membri della commissione ed è stata finalmente aperta l’offerta economica) pare ci sia l’individuazione del centro di cottura. Se così è chiediamo al sindaco Mitrano ed all’assessore Lucreziano di rendere noto, in maniera trasparente, come tale criticità con il nuovo bando sia stata superata e dove verrà ubicato il nuovo centro di cottura. Ci facciamo portavoce di quei genitori che da due anni lottano perché i loro figli consumino un pasto cucinato a Gaeta e non a Fondi, come avviene ancora attualmente. Crediamo che dopo proroghe per oltre 300.000 euro abbiano diritto a dire la loro. Quanto a noi, come già segnalato in una precedente nota, vigileremo sulla qualità del servizio erogato.
Notiamo tuttavia che si tratta di un modo di procedere comune anche ad altri servizi. Per il trasporto scolastico ad esempio gli uffici hanno provveduto ad una proroga straordinaria, in questo caso per due mesi, di 30.000 euro, a cui ne seguirà probabilmente una seconda perché la centrale unica di committenza prevede un iter per la gara d’appalto di almeno 4 mesi. Altra proroga, di due mesi è prevista anche per il centro diurno per i disabili.
La perplessità è sempre la stessa: perché arrivare all’ultimo momento?
Riteniamo infine che un’amministrazione comunale dovrebbe impegnarsi più a fondo nel programmare, ricercare soluzioni, e, soprattutto, condividerle con gli utenti direttamente interessati. Dal loro ascolto, forse, potrebbero venire suggerimenti in grado di migliorare il servizio ed al contempo generare economie sul territorio.
Ufficio Stampa Luigi Passerino