-Proponiamo innanzitutto la creazione di un’Azienda Speciale multiservizi municipale e interamente pubblica che venga affiancata da un organismo democratico di controllo dei lavoratori appositamente istituito dal Comune. Come è noto in alcuni settori quali la nettezza urbana o il servizio idrico sarebbe peraltro possibile consorziarsi con altri comuni limitrofi. Tale azienda potrà gestire i servizi più disparati oltre al ciclo dei rifiuti, quali la cura del verde pubblico, la manutenzione stradale e l’illuminazione cittadina, spazi sportivi e culturali, le spiagge, i parcheggi, il trasporto cittadino, un ostello comunale ed altre strutture ricettive, i finora trascurati servizi di promozione del territorio, guida turistica alle bellezze della nostra città, gestione delle strutture museali già esistenti e tanto altro.
Esistono ad esempio settori quali quello della balneazione in cui si impongono attualmente condizioni scandalose con paghe giornaliere di 30 € per 12 ore lavorative, senza diritti di alcun tipo né continuità, come testimoniato da una nostra recente inchiesta operaia tra i dipendenti stagionali. Tali settori finalmente possono essere sottratti all’oligopolio privato degli stabilimenti e gestiti pubblicamente. Grazie ad un’azienda pubblica questi servizi garantirebbero centinaia di posti di lavoro stabili, con paghe e condizioni dignitose, ma soprattutto non più stagionali grazie alla possibilità di cambiare periodicamente mansioni. Ovviamente tutte le assunzioni andrebbero gestite con la massima trasparenza e riassorbendo le figure già impiegate nei settori citati. Oltre a creare lavoro garantito il comune controllerebbe direttamente settori strategici per lo sviluppo cittadino, si potrebbe giungere ad un abbassamento delle esorbitanti tariffe pagate dai cittadini, ad un miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi oltre che eliminare il grave rischio di infiltrazioni malavitose, la corruzione e le irregolarità negli appalti tristemente note grazie ai recenti fatti di cronaca.
Altro aspetto centrale del nostro programma riguarderà il rilascio o il rinnovo di licenze e concessioni, ambito nel quale le garanzie sul lavoro ed il numero di assunzioni previste diventeranno l’aspetto dirimente. Aspetti fondamentali del nostro programma riguarderanno anche il rapporto con le aziende in crisi o in fase di dismissione di Gaeta. Non si può non ricordare come dall’Italcraft alla Panapesca, fino allo stabilimento della Pozzi Ginori e alla cantieristica in genere si siano persi negli ultimi anni centinaia di posti di lavoro senza che le amministrazioni muovessero un dito o non si schierassero addirittura apertamente con la proprietà, assecondandone in vario modo i progetti di smantellamento. È nostro obiettivo invece difendere i lavoratori. Come?
-Innanzi tutto negando concessioni, varianti al Piano regolatore o atti amministrativi di qualunque tipo in favore delle aziende che licenziano, che non investono sul territorio o non rispettano gli accordi perché intendono portare avanti sulle aree interessate progetti speculativi. Ciò va applicato anche facendo sentire il proprio peso all’interno degli enti superiori di cui il Comune fa parte, come l’Autorità Portuale che gestisce l’ambito territoriale entro il quale molte di queste aziende in crisi sono ubicate e altre attività in qualche modo legate al porto di Gaeta potranno nascere.
-Inoltre il Comune istituirà un apposito fondo e fornirà assistenza legale per quei lavoratori che intendano acquisire, recuperare, riconvertire del tutto o in parte le attività produttive in crisi o fallite, su modello della MANCOOP di Castelforte.
Dal nostro confronto serrato con il “Comitato Popolare di Controllo sui Lavori Pubblici” inoltre sono emerse altre importanti proposte per favorire il lavoro, l’economia locale e la legalità.
-Il Project Financing, ampiamente promosso dall’attuale amministrazione, verrà completamente bandito in quanto metodo di favoreggiamento dei privati a discapito degli interessi collettivi.
Esso infatti prevede l’investimento di cospicue somme da parte delle ditte appaltatrici per la realizzazione dei progetti, le quali recuperano tali cifre e generano profitti durante la successiva gestione diretta sfuggendo spesso completamente al controllo pubblico, grazie ad uno sfruttamento estremo e inaccettabile della manodopera, all’incremento delle tariffe durante il periodo di gestione e all’abbassamento della qualità nella realizzazione delle opere. Inoltre è noto come di solito le ditte locali, le quali generalmente impiegano una percentuale maggiore di lavoratori del posto, non siano in grado di permettersi tali investimenti iniziali e di competere con aziende i cui capitali hanno in molti casi dubbia provenienza. Basta verificare dove si trovi la sede legale di numerose delle ditte vincitrici negli ultimi anni.
-Con finalità simili, nella tutela dei lavoratori e nel rendere competitiva un’economia pulita e del territorio, si ridurrà al minimo il ribasso nelle gare d’appalto e si eviterà quanto possibile il ricorso agli affidamenti diretti con procedure d’urgenza, grazie ai quali si è troppo spesso veicolata corruzione e ridotto il controllo sulle ditte affidatarie oltre a dilatare indebitamente le spese.
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