Sono passati solamente quattro giorni dalla vittoria mondiale e “Deutsche Post” ha già messo in commercio, da questa mattina, il francobollo che celebra la quarta stella. Il valore da 0,60 che sarà raccolto in un minifoglio da 10 esemplari è stato approntato in gran segreto grazie all’intervento dell’artista grafico Lutz Menze ed è valido per le lettere nazionali standard.
Era da tutti additato come il mondiale dei mondiali ed in effetti lo è stato per davvero. Se si va a fondo e si osserva nel dettaglio sono moltissime le circostanze che rendono “unico” Brasile 2014. Partendo dalla più eclatante: non era mai accaduto che per ben tre edizioni consecutive (2006, 2010 e 2014) ad aggiudicarsi il trofeo più ambito fossero Nazioni provenienti dal medesimo continente; l’unico precedente lo si doveva proprio all’Italia, quando nel 1934 e nel 1938 si impose per due volte consecutive grazie alla meravigliosa guida tecnica di Vittorio Pozzo. Se poi analizziamo l’aspetto numerico osserviamo come la Germania ha sollevato la coppa al cielo esattamente dopo 24 anni dall’ultimo trionfo, come la nazionale Italiana nel 2006; la prima Nazione a vincere la “copa de oro” realizzata a Paderno Dugnano (MI) fu proprio la Germania nel lontano 1974. Mentre la finale disputata domenica 13 luglio al Maracanà, ha coinciso con la prima partita assoluta disputata in un mondiale di calcio, era esattamente il 13 luglio 1930 ed a Montevideo si fronteggiarono Francia e Messico. Concludendo ricordo altri due record che si sono avuti nella semifinale disputata contro il Brasile: Miroslav Klose è diventato il capocannoniere assoluto della competizione con ben 16 reti realizzate e la Seleção ha subito la peggiore sconfitta della storia, in quanto non aveva mai incassato sette reti in una partita (anche in questo caso il record precedente era detenuto dalla Nazionale Italiana che nel 1982 si impose per 3-2 con una tripletta di Paolo Rossi).
Con questa emissione si chiude, di fatto, il XX Campionato del mondo FIFA, in attesa del prossimo che si svolgerà in Russia nel 2018.
a cura di Alessandro Di Tucci
