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Gaeta

Gestione illecita di rifiuti su un’area di 20 mila mq a Gaeta, scatta il sequestro della Guardia Costiera

Nel corso dell’attività di vigilanza ambientale sul territorio, il personale del Nucleo Operativo Polizia Ambientale (N.O.P.A.) della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Gaeta, a completamento di specifiche attività d’indagine svolte con l’ausilio di tecnici
dell’ARPA Lazio – Sezione di Latina, nella giornata del 21 febbraio, durante un controllo presso una ditta operante nel ciclo del recupero dei rifiuti, nell’entroterra del territorio di Gaeta, ha accertato un deposito incontrollato di rifiuti, pericolosi e non pericolosi,
illecitamente gestiti su un’area di complessivi 20.000 metri quadrati.
All’esito degli accertamenti sono emerse rilevanti violazioni alla normativa ambientale, riconducibili sia alla violazione delle prescrizioni dell’autorizzazione unica ambientale (A.U.A.) rilasciata dalla Provincia di Latina al titolare dell’impresa, sia afferenti lo
stoccaggio di rifiuti diversi da quelli che potevano essere gestiti, ma soprattutto consistenti nell’abbandono di un ingente quantitativo di rifiuti su un’area sfornita di qualsivoglia autorizzazione e senza alcuna precauzione ambientale.
Le condotte contestate all’impresa proprietaria del sito sono adesso al vaglio dell’Autorità Giudiziaria di Cassino, alla quale il titolare è stato deferito per violazione del “Testo unico ambientale”. L’area in questione ed i rifiuti illecitamente gestiti sono stati sottoposti a sequestro dal personale militare della Capitaneria di porto che ha condotto gli accertamenti.
Le attività di vigilanza ambientale del Nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto di Gaeta, in linea con le pianificazioni operative del Centro di Controllo Nazionale Ambiente del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, sono tuttora in
corso anche per accertare ulteriori condotte illecite da porre all’attenzione della competente Autorità Giudiziaria ed allo scopo di verificare eventuali, ulteriori compromissioni all’ambiente e immissioni inquinanti che, anche qualora perpetrare in aree dell’entroterra, tramite canali ed aste fluviali recapitano poi direttamente in mare.

redazione

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