Quel soldato italiano aveva 24 anni, si doveva laureare in Economia, ma era andato in guerra. Gaeta la sua prima missione. Era originario di Salerno e si chiamava Ugo della Monica, sottotenente del 56° Reggimento Fanteria Marche. A narrare i fatti un gaetano, testimone del tragico evento, che il giorno dopo, insieme ad alcuni amici, dopo essersi accertato che i soldati tedeschi fossero andati via, recuperò il corpo del soldato morto sul posto di combattimento: non avendo dove mettere il corpo esanime per trasportarlo al cimitero, calarono una bandiera da un palo nelle adiacenze del molo, la posero in terra e vi avvolsero il corpo martoriato del soldato. La bandiera, sporca di sangue, venne nascosta per paura di una rappresaglia tedesca a seguito della scomparsa del corpo del militare.
“Quel tricolore – spiega l’Assessore alla Cultura Sabina Mitrano – è arrivato sino ai nostri giorni conservato, per 65 anni in una scatola, dal giovane gaetano testimone, che decise di regalarla ad un appassionato studioso locale della Seconda Guerra Mondiale Salvatore Gonzales. Grazie alla sua testardaggine e alla professionalità di Lucia Napoli, responsabile dell’Archivio Storico Comunale di Salerno, è stato dato un nome a quell’eroe salernitano di Gaeta, ed è stata ricostruita questa bella pagina di resistenza“.
Nell’ambito degli eventi celebrativi del 70° Anniversario della Liberazione, lunedì 19 maggio, alle ore 9.45, a Porta Carlo V, proprio sul molo che Ugo della Monica difese con eroismo, la Città di Gaeta dedicherà una targa in suo onore. Alla cerimonia parteciperanno la nipote del sottotenente, Teresa della Monica, una delegazione dell’Amministrazione Comunale di Salerno ed il giornalista Eduardo Scotti, anima del Museo dello Sbarco di Salerno.
Alle 9.30, presso l’ex Caserma Cosenz, sarà scoperta un’altra importante targa in ricordo degli esuli istriani e dalmati. La cerimonia vuole commemorare le migliaia di persone torturate ed uccise, nel periodo a cavallo del 1945, a Trieste e nell’Istria, zone controllate dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. In gran parte vennero gettate, molte ancora vive, dentro le voragini naturali dell’altipiano del Carso.
“In occasione della celebrazione del Giorno della Libertà – afferma l’Assessore Mitrano – partendo da questa ignobile vicenda, vogliamo rinnovare il ricordo dell’esodo dai territori ceduti alla Jugoslavia, tra il 1943 e la fine degli anni cinquanta. Migliaia di istriani e dalmati trovarono rifugio nei campi profughi allestiti nella provincia pontina. A Gaeta se ne predisposero tre presso le Caserme Cosenz, Cavour e Vittorio Emanuele II. Naturalmente le condizioni di vita erano davvero scadenti, pertanto degli oltre 2000 profughi giunti a Gaeta solo alcuni sono rimasti in zona fino al termine di questa triste vicenda. Di questi, oggi nella città del Golfo sono presenti, perfettamente integrati nel tessuto sociale e culturale, una ventina di famiglie. Non potendo citare i nomi, ricordiamo tutti coloro che, in vario modo, hanno messo a disposizione della collettività la terribile e drammatica esperienza vissuta in quegli anni“.
Il programma prevede, in seguito, alle ore 10, la Cerimonia in Onore dei Caduti, la Preghiera presieduta da S.E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio.
Mentre domenica 18 maggio si svolgerà la sfilata per le vie della città, a partire dalle ore 10.15, di un reparto della USS Mount Whitney e della Banda Americana USS Navy Band, insieme alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma (partenza da Porta Carlo V, Porta Carlo III, Lungomare Caboto, Corso Cavour, via V. Veneto, via A. Diaz, piazza Monsignor Di Liegro). Alle ore 11, si terrà il Concerto della Jazz Band U.S. Allied Forces Jazz Diplomates. In Piazza della Libertà saranno dislocati una jeep americana del 1943, e due cannoni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, conservati presso lo Stabilimento Grafico Militare di Gaeta.
Alle celebrazioni del Giorno della Libertà parteciperanno anche le delegazioni dell’A.N.P.I. sezione di Gaeta e sezione di Salerno.
Comunicato Stampa
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