Quando si usa il giroconto per trasferire denaro bisogna sempre stare attenti ai controlli del Fisco. Tutti gli errori da evitare.
Il giroconto è un’operazione bancaria che consiste nel trasferimento di una certa somma di denaro dal conto corrente intestato a un correntista, che viene detto ordinante, al conto di un altro correntista detto beneficiario. Non c’è bisogno che i due conti appartengano alla stessa banca. Inoltre, l’operazione si può fare allo sportello (della banca da cui viene prelevato il denaro) o tramite home banking.
Nulla di complicato: l’operazione del giroconto è rapida, generalmente non soggetta a costi eccessivi e flessibile, nel senso che può anche avvenire tra conti correnti, conti di risparmio, conti deposito o conti titoli o intestati a familiari o congiunti. Fra cointestatari e parenti, per esempio, è abbastanza frequente che ci si “passi” del denaro attraverso il giroconto.
Ogni volta che del denaro si muove da un ordinante a un beneficiario, il Fisco vuole conoscerne il motivo e vuole anche capire se su quei soldi vanno pagate delle tasse. Quindi, anche se la pratica del giroconto appare abbastanza ordinaria e agevole, bisogna comunque stare attenti. Chi controlla potrebbe infatti interpretare l’uso del giroconto come un’operazione sospetta.
Di norma, l’autorità fiscale intensifica i propri controlli quando riscontra movimenti troppo frequenti o dagli importi troppo elevati. In questi casi, il fisco si muove paventando un tentativo di nascondere fondi o evitare tasse. Il sospetto può nascere anche per via di una causale non chiara o generica. Conta anche preoccuparsi poi di poter dimostrare tramite documentazione rilevante che il trasferimento di denaro è giustificato. Per esempio, se il giroconto è per il pagamento di un debito, l’ordinante deve conservare la prova del debito e qualsiasi accordo scritto.
L’altro problema comune è quello della rivelazione di un’incoerenza con la dichiarazione dei redditi. Quando le operazioni bancarie tramite giroconto, per volume e frequenza, non corrispondono alle dichiarazioni dei redditi presentate, il fisco potrebbe avviare un’indagine per verificare la correttezza delle informazioni fornite.
Evitare problemi col fisco quando si usa il giroconto: cosa fare (e non fare)
Di base è importante procedere nel rispetto di tutte le norme fiscali vigenti, conservando l’opportuna documentazione (chiara e precisa) di ogni operazione e facendo sì che le transazioni siano conformi anche a livello formale alle regole imposte dall’Agenzia delle Entrate. Bisogna quindi stare attenti ai limiti, giustificazioni e dettagli.
Per la normativa vigente, bisogna quasi sempre considerare sempre la presunzione di reddito. Tale regola, per il fisco, vale infatti per ogni giroconto. Quando il denaro finisce da un soggetto all’altro diventa reddito del beneficiario. Ciò significa che, a meno che non venga dimostrato il contrario, il denaro è soggetto a tassazione. Spetta dunque al titolare del conto che riceve i soldi dimostrare che essi non dovrebbero essere soggetti a tassazione.
Per far ciò, spetta al contribuente chiarire che il denaro è esente da tassazione. Perché, per esempio, già tassato, o perché rientra nel concetto di donazione tra coniugi o congiunti, come previsto dall’art. 771 del Codice Civile. E se non si può in alcun modo dimostrare l’esenzione o la tassazione alla fonte, bisogna inevitabilmente dichiarare l’entrata nella dichiarazione dei redditi e pagare le imposte dovute. Invece, per i trasferimenti tra conti correnti intestati alla stessa persona non ci sono problemi da questo punto di vista. Le cose cambiano solo quando il conto intestato allo stesso soggetto è estero, perché in quel caso il fisco potrebbe sospettare una fuga di capitali o un episodio di evasione.