“Il tema del Golfo Area Sensibile deve tornare al centro dell’agenda politica”. A dirlo è l’Assessora alle Politiche Ambientali del Comune di Formia Maria Rita Manzo.
La storia. “La deliberazione regionale del 2010 – ricorda l’Assessora Manzo – individuò il bacino del Golfo di Gaeta come ‘area sensibile’, la prima della nostra Regione. Un risultato importante per Formia e per l’intero Golfo di Gaeta che promuovemmo con decisione e che accogliemmo tutti con grande soddisfazione. Era l’esito di anni di battaglie e campagne di sensibilizzazione orientate ad evidenziare la fragilità dell’ecosistema marino, anche in tempi in cui i nostri erano ritenuti inutili allarmismi. Si evidenziava quanto fossero inadeguati i sistemi di depurazione in rapporto alle forti criticità che il nostro mare presentava e che ancora, per alcuni versi, presenta”.
Cos’è l’area sensibile. “Nelle aree dichiarate sensibili – spiega Maria Rita Manzo – è previsto il potenziamento degli impianti di depurazione con il conseguente abbattimento di circa l’80% di fosforo e azoto che costituiscono i principali fattori di inquinamento del mare”.
La scadenza. “La delibera regionale prevede che, entro il 22 dicembre 2015, gli impianti di Formia e Gaeta debbano essere modificati per consentire l’abbattimento delle sostanze nutrienti. A questo scopo, la Giunta regionale Marrazzo e l’assessorato all’Ambiente Zaratti stanziarono 3 milioni e 600 euro, poi cancellati dalla successiva Giunta Polverini. In considerazione della scadenza indicata nella stessa delibera regionale, tenuto conto dell’importanza del provvedimento ai fini della tutela e del disinquinamento del golfo e delle conseguenze in termini di qualità ambientale, di ricaduta economica e di promozione del nostro territorio, diventa oltremodo necessario rimettere definitivamente il tema al centro dell’agenda politica. Tra le grandi questioni, certamente non la sola, che interessano le politiche ambientali della nostra città, quella dell’area sensibile è una priorità non più rinviabile cui né l’Amministrazione, né l’Assessorato alle politiche Ambientali intendono sottrarsi”.
La richiesta. “Alla Regione Lazio chiediamo – e lo faremo con nota ufficiale – che si faccia uno sforzo in sede di esercizio finanziario 2016 per reinserire una somma da destinare, come previsto dalla delibera, all’adeguamento e potenziamento del sistema di depurazione e all’attesa delocalizzazione degli impianti di acquicoltura”.
Acquacoltura. “Il dispositivo regionale – ricorda Maria Rita Manzo – vieta l’installazione di nuovi impianti di mitilicoltura e itticoltura o l’ampliamento di quelli esistenti. Per le vasche di pesci dispone la ricollocazione fuori dall’area sensibile e il posizionamento in superfici marine tali che le correnti non convoglino gli apporti inquinanti prodotti nella zona marina individuata come area sensibile, in accordo a quanto previsto al comma 3 dell’art. 2 del regolamento regionale n. 13/2009”.
La salute del mare. “E’ una risorsa importante della nostra città e, come tale, merita attenzione e cura. La qualità delle acque del nostro litorale è nel tempo migliorata e questo non va sottovalutato perché significa che gli interventi sulla rete fognaria, il ripascimento delle spiagge, i rilevamenti sugli scarichi abusivi hanno prodotto risultati concreti. Ciò nonostante, continuano a registrarsi fenomeni anche significativi di proliferazioni algali e mucillagini riconducibili a forme di inquinamento marino. Sarebbe irresponsabile abbassare la guardia. Lontano dalla stagione estiva, riproponiamo con forza la priorità di questo tema, la necessità di un miglioramento strutturale delle condizioni tale da garantire a Formia il raggiungimento degli standard richiesti per il conferimento della Bandiera Blu. Per fare questo è necessario coinvolgere tutti i livelli istituzionali, in primis la Regione, affinché la dichiarazione di area sensibile non resti solo sulla carta ma diventi concretamente e definitivamente un mezzo serio di tutela del nostro patrimonio marino. A tal fine, l’Assessorato ha convocato Acqualatina perché ci relazioni sull’efficacia dei depuratori posti sul territorio dell’area sensibile e sulle eventuali percentuali di abbattimento di nutrienti, sulla congruità della rete fognaria e sul piano degli investimenti dedicati al potenziamento del sistema di depurazione. Contestualmente – conclude Maria Rita Manzo -, chiediamo alla Regione una nuova delimitazione dell’area sensibile”.