Razionalizzare e rafforzare l’esistente nelle strutture sanitarie del territorio: questa la prima ed urgente risposta da dare ai cittadini.
La programmazione a medio e lungo termine, di cui oggi si pongono le basi attraverso l’analisi della questione nuovo “Ospedale del Golfo” e/o ampliamento dell’attuale Ospedale “Dono Svizzero” con il viciniore ex Pastificio Paone, è senza dubbio necessaria e, come annunciato all’ultimo Consiglio Comunale, SEL Formia non ha pregiudiziali e preferenze verso alcuna proposta emersa.
Condizione essenziale è che tutto passi attraverso un tavolo tecnico, al fine di individuare fattibilità, tempi e costi di realizzazione, in cui siano coinvolti Amministratori regionali, la dirigenza ASL ed Amministratori del Sud Pontino (Formia, Gaeta, Minturno).
Esiste però la necessità di un’azione a breve termine, la vera emergenza del momento. La spending review nazionale e regionale ha inciso duramente nel nostro territorio, in nome di una presunta razionalizzazione. Sono stati chiusi i piccoli ospedali e dovevano essere rafforzate le strutture con più disponibilità di posti letto.
Niente di tutto questo. L’Ospedale di Formia, DEA di I livello, che negli anni ha raggiunto livelli di eccellenza – pensiamo alle tecniche di intervento chirurgico mini invasivo – è oggi in ginocchio a causa del blocco del turnover e delle scarse risorse finanziarie. Liste di attesa sempre più lunghe, cancellazione di servizi specialistici centralizzati in provincia, costringono i cittadini a spostarsi continuamente, anche in regioni limitrofe, per avere la dovuta assistenza. Ultimo atto la paventata chiusura del Centro Trasfusionale.
SEL si oppone fortemente ad ogni cancellazione di servizio nella Sanità pubblica del nostro territorio e chiede alla nuova dirigenza provinciale ASL un rafforzamento delle strutture di assistenza . Il sistema sanitario del territorio va ottimizzato e rilanciato, attraverso una urgente razionalizzazione delle risorse umane, strumentali e strutturali, che deve tradursi in tempi brevi in un miglioramento ed ampliamento dei servizi assistenziali. Investire in Sanità vuol dire investire in benessere comune, ed investire bene non sempre comporta un globale aumento dei costi.
Lo dice la recente rivisitazione di Zingaretti del Programma Operativo di rientro per la spesa sanitaria. Il PO ha evidenziato un notevole aumento della mobilità sanitaria in uscita (cd mobilità passiva) dalla Regione Lazio, soprattutto verso regioni come Campania ed Abruzzo, e ha posto come urgente il recupero di questa spesa, che viene spesso elargita ad imprenditori privati di altre regioni, sottraendo risorse alle strutture pubbliche regionali. Un territorio di confine come il nostro incide fortemente su questa spesa, soprattutto quando le strutture sanitarie pubbliche disponibili non danno risposte. Investiamo dunque nelle nostre strutture sanitarie, ridiamo loro dignità, e restituiamo ai nostri cittadini il diritto alla salute, diritto garantito dalla nostra Carta Costituzionale.
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