I buoni postali possono cadere in prescrizione: ecco quando i titolari rischiano di perdere il diritto alla riscossione.
Sono in tantissimi ad optare per i buoni postali come strumento di investimento. Questo perché si tratta di una scelta sicura, che gode della garanzia dello Stato, tramite cui ottenere un rendimento certo dai propri risparmi. Tuttavia, i titolari possono rischiare di perdere il diritto alla riscossione della somma maturata, vedendosi costretti a rinunciare al denaro spettante: a cosa bisogna prestare attenzione?
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I buoni postali sono uno degli strumenti base di investimento più usati. Particolarmente apprezzati per il loro basso rischio, si dividono in diverse tipologie tra cui è possibile scegliere a seconda delle proprie preferenze. Per quanto riguarda la loro sottoscrizione, tutto quello che devono fare i risparmiatori è versare una cifra che maturerà in base all’importo che si decide di investire, il tipo di buono e la sua durata.
Una volta arrivata la scadenza, si può riscuotere la somma maturata. Gli intestatari che optano per un buono cartaceo, ovvero il tradizionale “fogliettone”, dovranno presentarsi presso l’ufficio postale per ottenere il rimborso. Chi invece è in possesso di un buono dematerializzato potrà ricevere l’accredito automaticamente sul proprio conto corrente. Ci sono casi in cui ai titolari viene preclusa la possibilità di incassare quanto dovuto: scopriamo quando si rischia la prescrizione.
Buoni postali, quando cadono in prescrizione: attenzione alla scadenza
Forse non tutti lo sanno ma i buoni postali cadono in prescrizione. Il termine fa riferimento alle situazioni in cui un individuo perde un diritto per inerzia, non avendolo esercitato per lungo tempo. Ciò può accadere anche con gli investimenti e, nel caso dei buoni postali, il limite è di 10 anni dal momento in cui questi ultimi cessano di produrre interessi.
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Il conteggio, quindi, non inizia con l’emissione del buono ma parte da quando smette di essere fruttifero. C’è, tuttavia, un’eccezione da tenere a mente: la prescrizione non coinvolge i buoni postali dematerializzati, dato che la somma maturata viene accreditata sul conto del titolare in automatico alla loro scadenza. Di conseguenza, l’intestatario non deve fare niente per riscuoterla.
A cadere in prescrizione sono, dunque, i buoni postali cartacei. Per questo motivo si consiglia ai titolari di prestare attenzione alla scadenza, andando a controllare fino a quando la somma che si è deciso di investire continuerà a produrre interessi e ricordandosi di aggiungere 10 anni alla data. Sul sito di Poste Italiane vengono pubblicati regolarmente gli avvisi sulle prescrizioni imminenti, con una tabella che i clienti possono consultare per tenersi aggiornati.
Infine, ci sono casi in cui anche i titolari di buoni postali cartacei possono riscuotere la somma maturata dopo la prescrizione. Per riuscirci bisogna dimostrare di non aver ritirato il rimborso in quanto impossibilitati a farlo. Nella maggior parte dei casi sarà necessario intentare una causa contro Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che solitamente si oppongono alle richieste di pagamento dei clienti, portando con sé tutte le prove in proprio possesso.