ITRI – Chiusa da pochi giorni la stagione venatoria, è tempo di bilanci e considerazioni per l’azienda faunistico-venatoria “Fra’ Diavolo” di Itri.
“Essa –si legge in una nota diramata in proposito- da anni è impegnata nella salvaguardia del territorio e nell’organizzazione di numerosi eventi a scopo benefico”. Nello stesso documento risalta una problematica rilevatasi nel corso dell’intera stagione venatoria, “non esposta precedentemente per timore di ritorsioni maggiori, facente riferimento a un prevenuto intento persecutorio, nei confronti di chi pratica tale disciplina nel pieno rispetto delle regole, da parte di quelle variegate strutture preposte al controllo di chi infrange, invece, tali norme. Negli ultimi anni -riferisce l’azienda- in quasi tutte le giornate di caccia, vengono effettuati controlli da parte di diverse autorità di vigilanza venatoria. Fin qui il problema non si pone in quanto crediamo fermamente che attività di controllo debbano essere eseguite all’interno e al di fuori dei territori dell’azienda stessa affinché l’attività venatoria venga svolta secondo le regole vigenti. Ciò che denunciamo –continua l’azienda- è il fatto che tali controlli vengano svolti con metodi del tutto insoliti nonché vi siano molti casi in cui sono state contestate a determinati soggetti infrazioni del tutto inesistenti. È accaduto, infatti, che siano stati notificati verbali ai presunti trasgressori a distanza di diversi giorni dal controllo senza che, al momento del controllo stesso, al soggetto identificato venisse contestata alcuna infrazione! È addirittura accaduto che alcuni cacciatori si siano visti notificare dei verbali senza mai essere stati identificati e controllati durante la giornata indicata nel verbale. Tali autorità hanno anche costretto i cacciatori in questione a barrare alcune caselle sul tesserino venatorio regionale senza che avessero l’obbligo di farlo, con la possibilità che, se fossero stati soggetti ad altri controlli, avrebbero potuto essere sanzionati per aver barrato caselle errate. In tali situazioni, il cacciatore, in maniera del tutto inaspettata, si trova costretto a difendersi da contestazioni, il più delle volte, prive di fondamento, dovendo, in tal modo, essere soggetto al pagamento delle relative spese! Un’altra problematica rilevata consiste nel fatto che i soggetti adibiti al controllo svolgano queste azioni con strumenti personali, ad esempio controllando i confini, distanze da strade e abitazioni o facendo foto ai documenti con cellulare personale, non avvalendosi degli strumenti ufficiali dati in loro dotazione, come ad esempio il rilevatore gps, unico strumento in grado di valutare tali distanze in maniera effettiva. Riteniamo che coloro che svolgono tali controlli dovrebbero essere soggetti imparziali e non, invece, come appare, persone che siano contro la categoria dei cacciatori, perchè, in tal modo, svolgono il loro mestiere in modo invasivo e persecutorio. Siamo stanchi di questa situazione, riferisce l’azienda. Fino a prova contraria siamo onesti cittadini! Se cosi non fosse, d’altronde, non potremmo esercitare l’attività venatoria. Desideriamo essere trattati come tutti gli altri cittadini rispettosi delle istituzioni e delle leggi. Facciamo quindi due appelli: il primo rivolto alle autorità superiori affinché prendano atto di questa situazione e agiscano in modo tale che i soggetti adibiti al controllo svolgano il loro compito nel rispetto di tutti e con metodologie idonee; il secondo appello è rivolto alle altre associazioni venatorie, affinché –conclude la nota-difendano tale categoria e i loro associati da situazioni analoghe”.
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