Cresce il mercato dei droni che solo in Italia supera i 100 milioni di euro. L’Università Cusano, grazie al suo DroneLab, è all’avanguardia progettando modelli in grado di rilevare criticità alle infrastrutture per una maggiore prevenzione.
Guardare in alto e vederci consegnare il nostro pacco da un drone in pochi minuti dopo l’acquisto non è l’unico futuro impiego di questa tecnologia. Infatti, semplificare le ispezioni alle infrastrutture, come ponti o funivie, per evitarne cedimenti. O aiutare gli agricoltori nel lavoro quotidiano nei campi. O, ancora, consegnare in modo rapido medicinali. Sono queste le tre ulteriori applicazioni che renderanno i droni protagonisti del prossimo futuro. Un mercato che, come rivela la Drone Industry Insights, non conosce battute d’arresto: crescono gli investimenti, vedono la luce nuove tecnologie e si espande il loro utilizzo civile. Secondo quindi la principale fonte di business intelligence in questo settore, il giro d’affari sarebbe di oltre 14 miliardi di dollari con prospettive di crescita del 20,5% entro il 2024. Per il 2022 voleranno 35 milioni di droni, di cui il 25% in Europa.
In questo quadro di forte crescita l’Italia potrà giocare un ruolo da protagonista con un potenziale di crescita del 36% e ricavi di oltre 100 milioni di euro. Un successo possibile anche grazie alle tecnologie sviluppate da Università e Centri ricerca nazionali. Tra questi emerge il DroneLab dell’Università Cusano di Roma: un laboratorio che, nato alla fine del 2016 su iniziativa di Tiziano Pagliaroli, è stato capace di attrarre investimenti per centinaia di migliaia di euro, accreditandosi a livello internazionale. I ricercatori dell’Unicusano si sono occupati nel quinquennio 2016-2021 di sviluppare sistemi propulsivi innovativi per droni. “Abbiamo sviluppato delle eliche silenziosissime che mimano il volo silenzioso di un gufo”, racconta il docente che poi spiega: “Abbiamo scoperto che, se ricreassimo delle forme che mimano il comportamento silenzioso di alcuni animali come i gufi, avremmo numerosi vantaggi in termini di silenziosità del drone”.
Ma il campo d’applicazione che più di tutti attrae l’equipe Unicusano ce lo restituiscono i fatti di più stretta attualità. “Stiamo sviluppando un drone in grado di monitorare lo stato di salute dei ponti per capire la struttura è da manutenere. Sarebbe un grandissimo passo in avanti per prevenire drammatici incidenti e salvare vite umane”, svela il professor Pagliaroli.
“Se questi ponti non sono regolarmente visionati e manutenuti, possono causarsi fratture o rotture. Farlo in modo autonomo con i droni è un enorme vantaggio. Da parte nostra abbiamo messo a punto un drone che automaticamente individua le criticità e le fessure, analizzandole e riportando dettagliatamente i valori”.
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