I padri Passionisti lasciano la guida del santuario della Madonna della Civita e lo stesso convento dove hanno operato dai giorni drammatici del secondo conflitto mondiale?. La notizia per ora è solo una ipotesi ma la sola idea che possa essere presa in considerazione dai superiori dell’ordine di San Paolo della Croce ha subito provocato reazioni vibranti da parte dei fedeli del paese e della zona, da decenni fortemente affezionati ai padri con la Croce e il cuore. L’allarme è giunto da un messaggio postato sui siti e attribuito a padre Antonio Rungi, già Provinciale dell’ordine per il Lazio sud e la Campania, quindi una fonte autorevolissima nel divulgare le notizie che poi giungono a migliaia di lettori (solo sul suo sito personale padre Antonio ne conta oltre 5.000 per via di quelle pillole di spiritualità distribuite quotidianamente con un linguaggio semplice e con parole esistenzialmente corroboranti). Da qui kl’immediatio tam tam mediatico che sta portando la gente a far sentire la sua forte contrarietà a quella che pare essere la linea operativa della nuova dirigenza dell’ordine per la Provincia campana (quella che comprende il Lazio sud e la regione immediatamente confinante a meridione). Ma perché questa decisione? Lo si arguisce dalle parole dell’ex Provinciale, allorquando lui ricorda che “dopo la recente domina del Superiore regionale, nella persona di padre Antonio Siciliano, 61 anni, originario di Mondragone, attuale superiore della comunità passionista di Napoli, da parte del superiore provinciale, padre Luigi Vaninetti, della provincia unica dei passionisti d’Italia ,Francia e Portogallo (con la riforma dell’ordine, il Provinciale unico è superiore anche al Regionale), pure i religiosi del Santuario della Civita sono in attesa delle decisioni che vorrà prendere il nuovo superiore regionale e provinciale, congiuntamente con i rispettivi consigli circa la presenza dei passionisti a Itri e al Santuario. Una visita fraterna del nuovo superiore regionale alle comunità dell’ex-provincia dell’Addolorata (ora Regione dell’Addolorata, con potestà delegata), compresa quella del Santuario della Civita è attesa dopo l’Assunta. Il nuovo superiore regionale prenderà i primi contatti con i religiosi, si valuteranno le situazioni e si indicheranno le priorità per le decisioni che si dovranno assumere a livello più generale. La mancanza di vocazioni giovanili, l’età avanzata dei religiosi, le malattie, le molteplici necessità pastorali indirizzano verso un chiaro ridimensionamento di presenze e di chiusura di case ed attività per favorire una vita comunitaria più rispondente ai fondamenti stessi dell’essere consacrati e di passionisti a servizio della parola della Croce e della predicazione itinerante, secondo il carisma del fondatore, san Paolo della Croce”.
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