E’ in programma questo pomeriggio a Itri, alle ore 17:30 presso l’aula consiliare del Comune, il convegno dal titolo “I Sardi a Itri” sulla via della riconciliazione.
L’incontro nasce dall’idea di Nicola Maggiarra, autore teatrale e scrittore, Presidente dell’Associazione Culturale Teatrale Mimesis, di voler dare alle stampe un suo vecchio testo teatrale: “Quando canta la civetta”.
Da qui il suggerimento di Patrizia Stefanelli direttrice artistica dell’Associazione, di organizzare un incontro tra scrittori e relatori sardi e indigeni, nonché la pubblicazione del testo nella collana Mimesis per i tipi di Caramanica Editore.
Il Sindaco Antonio Fargiorgio, raccolta l’idea con entusiasmo fa molto di più e dando il compito di organizzare l’incontro storico a Pino Pecchia, scrittore di Fondi, autore dei libri 1911 ” La rivolta di Itri- a cento anni da un eccidio” ( Ed. Arti Grafiche Kolbe 2011), realizza un evento che ha valenza pacificatrice dopo 108 anni dai fatti sanguinari del 12 e 13 luglio 1911.
Il libro di Maggiarra contiene, oltre al dramma teatrale, che racconta il disagio, dovuto probabilmente a pregiudizi e incomprensioni, di lavoratori e contadini,un’intervista a cura della Stefanelli alla famiglia del minatore sardo Francesco Musu, sopravvissuto ai fatti e rimasto a Itri dove nel 1913 sposò Maria Di Fonzo, vedova Ruggieri. Insieme al libro di Nicola Maggiarra di cui sarà relatrice Patrizia Stefanelli, verrà presentato il romanzo storico: “Le campane suonarono a stormo” (Paolo Sorba Editore) di Rino Solinas di cui sarà relatore Pino Pecchia, organizzatore e scrittore del libro ” “I Sardi a Itri” curato in copertina dal compianto Vito La Rocca.
Saranno presenti e interverranno, oltre al Primo cittadino che aprirà l’incontro, i sindaci dei comuni di Santa Teresa Gallura, Pattada, Ottana e di Lanusei , nonché il Direttore generale dell’Assessorato agli Enti Locali della Regione Sardegna e il giudice Valerio Di Gioia, della Prima Sezione Penale del tribunale di Roma che terrà una relazione storico-giuridica. ” Dice il sindaco Antonio Fargiorgio” ” Ritengo che le nostre comunità abbiano, ormai da tempo, raggiunto la maturità necessaria per colmare un solco che non ha più ( anzi che non avrebbe mai dovuto avere) ragion d’essere. “