“Mio figlio ha diritto a delle cure che da dieci giorni ormai non vengono applicate“. È questo il grido di aiuto che lancia una donna di Gaeta, mamma di Andrea (nome di fantasia), affetto da autismo.
“Andrea ha 9 anni, e da dieci giorni non riceve il servizio “a domicilio” per lui necessario; per me è diventato impossibile andare avanti.” Scrive così al Gazzettino del Golfo la mamma del piccolo, una donna che tra tante difficoltà, combatte a denti stretti per il suo bambino.
Ma veniamo ai fatti. “Andrea viene seguito, sia a scuola che a domicilio, – afferma la donna- da operatori di una cooperativa che effettua questo servizio per conto del Comune di Gaeta; dieci giorni fa un operatore ha accompagnato a domicilio mio figlio e con lui si è intrattenuto oltre un’ora a giocare nel cortile dell’abitazione, in presenza anche della sottoscritta. Al momento di rincasare Andrea, che non vuole smettere mai di giocare, ha allungato il passo costringendo l’operatore, forse preoccupato dal comportamento del piccolo, a cingerlo da dietro per impedirgli di scappare. Il bambino, nel divincolarsi, ha, così, colpito l’operatore al volto“.
Sebbene l’operatore non abbia riportato ferite, a parte un colpo allo zigomo, il comportamento di Andrea è stato comunque considerato “violento” e pertanto il bambino è stato privato del servizio di assistenza domiciliare, sebbene continui quella didattica.
“Mio figlio, – continua la donna – in passato ha avuto dei comportamenti aggressivi, ma questi, sono sempre avvenuti a scuola, mai nell’ambiente domestico, non capisco il perché di questa decisione.”
La redazione del Gazzettino del Golfo, prima di pubblicare queste righe, si è fatta carico di contattare gli organi preposti, i quali hanno riferito che, anche se il piccolo è risultato talvolta aggressivo verso gli altri, non gli è stata negata nel modo più assoluto l’assistenza, ma gli è stato dedicato un operatore specializzato nella patologia presente anche il sabato e la domenica a domicilio; eppure il bambino da circa dieci giorni non è presente a scuola. Andrea comunque, affermano dall’Ente, verrà a brevissimo visitato da personale specializzato, il quale esaminerà il caso nello specifico.
Con questo articolo non siamo in cerca di un colpevole, bensì di una soluzione, la migliore per Andrea; speranzosi in una chiusura imminente del faccenda, auguriamo ad Andrea e alla sua famiglia un sereno Natale.