Si è conclusa dopo 13 anni una lunga vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto un imprenditore nel settore automobilistico, R.R.di Formia, che negli anni 2006 e 2007 si prestò a cambiare ben 132 assegni bancari, per un importo di quasi 700.000,00 mila euro, in favore di un avvocato amico di infanzia di Formia, divenuto noto alle cronache Giudiziarie nazionali per aver avviato con successo per primo giudizi contro le banche per la vendita dei bond argentini, consentendo così allo stesso di non redigere le dovute parcelle professionali ed evadere il fisco per centinaia di migliaia di euro.
Operazione che venne però scoperta dalla Guardia di Finanza di Formia che denunciò alla Procura di Latina l’avvocato per evasione fiscale e l’imprenditore per riciclaggio, avendo ripulito il denaro delle parcelle nascoste al fisco.
Il Gip del Tribunale di Latina, il Dott. Nicola Iansiti, condannò in abbreviato l’imprenditore sessantenne, nel 2012, alla pena di 3 anni di reclusione, poi ridotta a 2 anni e 8 mesi in Appello nell’aprile del 2019, rigettando i giudici la richiesta di assoluzione che veniva avanzata dal difensore dell’uomo, l’Avv. Pasquale Cardillo Cupo, il quale riteneva tecnicamente insussistente l’ipotesi di riciclaggio in quanto il reato di evasione fiscale si concretizzava solo al momento della mancata dichiarazione dei redditi dell’avvocato, ovvero molti mesi dopo l’incasso dei titoli da parte di R. Fino ad allora, quindi, il cambiamento dei titoli in denaro contante non poteva essere per legge ritenuto riciclaggio in quanto mancava il reato presupposto, non potendo il delitto contestato essere antecedente al reato per cui era necessario ripulire il denaro. Nonostante le avverse sentenze di merito il penalista formiano decideva di ricorrere alla Suprema Corte di Cassazione affinché annullasse le sentenze di condanna ed assolvesse l’imputato perché il fatto non sussiste.
La camera di consiglio, dopo la discussione dell’Avvocato Cardillo Cupo nella mattinata dello scorso martedì, si protraeva oltre le 24 ore, uscendo la Suprema Corte nella tarda serata con un provvedimento interlocutorio che rinviava alle 17 del giorno seguente la lettura del dispositivo a causa della complessità della vicenda e dell’ora tarda ; decisione poi letta nella tarda serata di ieri e con la quale la Suprema Corte – nel condividere integralmente l’impianto difensivo – annullava le sentenze di condanna a carico dell’imprenditore Formiano e lo mandava definitivamente assolto senza rinvio perché il fatto non costituisce reato.
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