Ci piace cogliere, nelle pieghe della quotidianità, quasi sempre striate da colori pessimisticamente foschi, una pagina che nobilita l’essere umano nel suo paradigma identitario. E che questo segnale positivamente ravvivante giunga da un settore prodigo di fattacci e acuti biasimevolmente stonati, qual è, appunto, il mondo del calcio, ci riappacifica, per lo meno nella giusta dimensione che l’episodio si ritaglia nella liturgia dell’agonismo sano, con una disciplina troppe volte “deviata” e, soprattutto, ci appare come un segnale da lanciare e da lasciare principalmente alle generazioni più giovani, troppe volte in procinto di divorziare dal fascino del gioco cui il regno di Sua Maestà anglosassone dette i natali. Ci stiamo riferendo all’iniziativa promossa da Angelo Pelliccia, una vita da calciatore e lustri e lustri da direttore tecnico, il quale, in occasione del 61° della nascita di Loreto Stravato, Loris per gli amici, si è attivato, con colleghi ex calciatori ed ex mister, per ricordarne la figura. Decine di scontri, civilmente corretti, dalle panchine avevano segnato i loro pur eruttivi rapporti sul piano tecnico. Ma proprio questa irruenza vulcanica ne ha cementato la sincera amicizia al punto che oggi Loris è rimasto nel cuore di chi lo ha conosciuto, praticato e, soprattutto, di chi si è confrontato con lui sempre con quella grinta che il gioco del pallone impone che resti incanalata nei binari della correttezza civile. E, poiché Loris, calcava la scena in maniera impetuosamente dialettica quando c’era da perorare la causa tecnica della propria “parte” in campo, Pelliccia e diversi altri colleghi (non va dimenticato che Stravato aveva allenato, “extra moenia”, anche il Gallipoli e una formazione dell’isola di Malta) hanno voluto che il ricordo dell’uomo, oltre che del tecnico portasse la data della sua nascita, significante la vita che prende forma, proprio per onorare quella vitalità e spontaneità umana che una persona prematuramente strappata alla gente da un destino ingrato aveva coniugato nel dipanarsi delle sue giornate terrene. Ecco, allora, l’appuntamento, per le ore 19,00 di mercoledi 11 settembre, giorno della sua nascita, presso la chiesa dell’Annunziata, a Itri, cittadina dove Loris ha lasciato un’impronta indelebile e di cui era originario il papà Nerino, e che, insieme a Minturno, dove ha schiuso gli occhi alla vita, e a Latina, hanno rappresentato le tappe più significative del suo generoso percorso prima del compianto trapasso.
Orazio Ruggieri
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